LECCO – Davanti a un pubblico selezionato di autorità, docenti universitari, ricercatori e aziende è stata inaugurata venedì la nuova sede di Agomir SpA, braccio operativo di GR Informatica. Un gioiello architettonico che nasce dalla combinazione di elementi compositivi e tecnologici finalizzata al risparmio energetico e alla massimizzazione delle condizioni di comfort per l’utenza.
La costruzione di questo edificio avveniristico in via Toti a Lecco prende le mosse dalla lungimiranza e responsabilità del presidente di GR Informatica, Lorenzo Goretti, che coinvolse Ettore Zambelli, professore di Innovazione tecnologica del Politecnico di Milano – Polo di Lecco, per la metaprogettazione di questo intervento.
Nell’idea del proprietario e del progettista il risultato avrebbe dovuto essere un esempio di architettura d’avanguardia a bassissimo impatto energetico. Ne è nato quindi uno studio di fattibilità per la progettazione di un edificio con i massimi standard di efficienza energetica e comfort ambientale, coordinato dal Prof. Zambelli, scomparso nel 2010 a cui l’ing. Goretti ha voluto dedicare l’edificio.
L’intervento architettonico, conclusosi nell’aprile del 2013 e progettato da AIACE Società di Ingegneria, rappresenta un esempio tra i primi Nearly Zero Energy Building del Nord Italia.
Il valore dell’edificio, un condensato di tecnologia e domotica che lo rende auto-sufficiente sotto il profilo energetico, nonché luogo ideale per lavorarci, oltre che architettonico è anche metaforico in quanto luogo di incontro tra università e impresa. Un’occasione per arricchire il territorio con un edificio di pregio realizzato grazie alla sensibilità del proprietario e all’expertise del Politecnico di Milano e dei progettisti coinvolti.
Un nuovo edificio che diventi il manifesto, sia a livello estetico che prestazionale, di un metodo consapevole di progettare e costruire “ad energia quasi zero”, come espressamente voluto dalla committenza , da sempre votata all’innovazione e alla green economy.
La collaborazione tra Agomir e Polo di Lecco si è successivamente evoluta anche in senso didattico, utilizzando l’edificio come tema di lavoro nell’ambito di svariate esercitazioni e come esempio di complessità progettuale.
In totale sono stati coinvolti 293 studenti e sono state sviluppate 56 proposte. Il programma funzionale è stato adeguato, di caso in caso, alle esigenze specifiche dell’insegnamento, rispettando però i vincoli, le caratteristiche dimensionali e soprattutto preservando il carattere dell’edificio espressamente rivolto al risparmio energetico.
Il nuovo fabbricato si confronta con la preesistenza di un’antica Villa storica degli inizi del XX secolo. L’idea di contrapporre alla matericità dell’esistente la leggerezza di un edificio attuale, costruito con tecnologie moderne, enfatizza la linea guida della committenza di un confronto dialettico intenso tra tradizione e innovazione.
L’edificio, il frutto della combinazione tra principi di efficienza energetica e vincoli urbanistici, si articola attraverso una sovrapposizione di volumi irregolari le cui facce sono state scolpite in funzione degli aspetti energetici legate all’orientamento.
L’aspetto cromatico dei fronti è il risultato della compenetrazione di due tonalità di grigio su una direttrice diagonale che riprendono le sfumature delle sedimentazioni delle rocce calcareo-dolomitiche del Resegone. A ovest, invece, fronteggia il lago la vela di cavi d’acciaio che verrà attrezzata con verde rampicante stagionale utile al controllo degli apporti solari nelle ore serali.
Lo studio di un sistema edilizio in grado di svolgere una mediazione il più possibile spontanea tra forzanti esterne ed interne si rivolge verso la concezione di un climate sensitive building.
L’orientamento dell’edificio, indirizzato esattamente a sud con il suo fronte principale, è uno dei fattori fondamentali del comportamento sostenibile del complesso.
L’involucro verticale attivo è costituito da un rivestimento con pannelli fotovoltaici sul fronte sud.
I rivestimenti esterni sono stati realizzati con materiali leggeri (fibrocemento e rame) in grado di garantire una variazione cromatica e materica all’immagine dell’edificio. Colori, riflessioni e ombre, scandite secondo studi specifici, compongono prospetti moderati ma vibranti.
Il tetto giardino, di due differenti tipologie, è stato scelto come ulteriore elemento di regolazione del flusso igrotermico delle chiusure orizzontali esposte alla radiazione diretta, in corrispondenza dei luoghi più affollati.