Dal 1° settembre contratto di solidarietà per i dipendenti dell’Airoldi e Muzzi

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airoldi e muzziLECCO –  Dall’assemblea sindacale dello scorso 3 luglio si era deciso che a optare per il ricorso o meno al contratto di solidarietà fossero gli stessi dipendenti attraversi un referendum. Referendum dal quale è emerso il parere favorevole al contratto di solidarietà, con 235 lavoratori al voto (su 330) 131 dei quali hanno votato per il sì.

Giovedì scorso, 31 luglio, è stato così sottoscritto dalle segreterie territoriali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL la RSU e la Direzione degli Istititi Riuniti Airodi e Muzzi di Lecco, il contratto.

 

Il primo risultato dell’accordo è il blocco della procedura di mobilità già avviata dagli istituti per 25 dipendenti, il contratto di solidarietà entrerà in vigore dal 1 settembre 2014 al 31 agosto 2015, per tutto il personale dell’Istituto Airoldi e Muzzi, per una percentuale di riduzione del 10% dell’orario di lavoro.

Dopo il via libera dei lavoratori attraverso il referendum, con la sottoscrizione dell’accordo si compie un primo passo verso quella che tutti sperano sia la messa in sicurezza degli istituti.

“Le parti si sono impegnate attraverso la programmazione di incontri periodici mensili, a monitorare l’applicazione operativa dell’accordo, si tratta del primo nel caso di RSA in solidarietà – spiegano  FP CGIL, CISL FP e UIL FPL –  per la nostra provincia, quindi saremo tutti impegnati per trovare le giuste soluzioni operative al fine di garantire la qualità del servizio. Con quest’accordo – concludono – i lavoratori hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, adessoattendiamo già a partire da settembre, un piano industriale aziendale capace di portare gli istituti fuori dalla crisi”.

Va ricordato che la situazione di crisi economica si è venuta a creare, come spiegato in precedenza dalle stesse segreterie sindacali territoriali Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl: “a causa dell’esposizione nel pagamento dei mutui con le banche per la costruzione della nuova ala Medale e la ristrutturazione del Resegone per una spesa di 17 milioni di euro, e la contemporanea difficoltà di copertura dei posti liberi e vacanti nella RSA per mancanza di domande di ricoverocirca 30 posti letto mediamente nell’anno restano vuoti, con un mancato introito di circa 60.000 euro”.

 
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