LECCO – Un’enorme e vuota “bottiglia” di acqua, rappresentano ad oggi le 42 le cave dismesse nella provincia di Lecco. Questi invasi, spiega la Coldiretti provinciale, potrebbero essere una soluzione locale al problema della siccità che attanaglia l’intero nord Italia.
“Questi giacimenti sotterranei dismessi — spiega Fortunato Trezzi, Presidente della Coldiretti provinciale — potrebbero essere usati per accumulare le risorse idriche, utili per irrigare i campi, che ad oggi mancano. Ovviamente non tutte le cave sono utilizzabili: occorre uno studio per scegliere quelle più adatte dal punto di vista geologico e ambientale”.
In tutta la Lombardia, le cave dismesse sono poco meno di tremila. E, stima la Coldiretti, si potrebbero accantonare usando gli invasi di solo il 10% di tutte le cave dismesse presenti nella regione almeno 90 milioni milioni di metri cubi di acqua ogni anno. “E’ chiaro – afferma Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – che non tutte si possono utilizzare: prima serve uno studio approfondito dei siti più idonei e delle quantità potenziali di acqua da stoccare nei periodi abbondanza, sfruttando anche la rete dei canali e i collegamenti idrici gestiti dai vari consorzi di bonifica. In un’epoca di cambiamenti climatici, con un inverno come l’ultimo appena trascorso quando in Lombardia è caduto fra il 70 e l’80% di pioggia in meno, le riserve di acqua stanno diventando importanti come quelle di gas e petrolio”.