In Sala Ticozzi va in scena il dialogo interreligioso

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LECCO – “Un dialogo interreligioso non solo è possibile, ma è necessario” è questo il responso emerso dalla serata “E’ possibile un dialogo tra le religioni?” organizzata dall’istituto Badoni e dal centro culturale San Nicolò grazie alla collaborazione con  fondazione Cariplo e con “Progetto Laiv”, che si è svolta venerdì sera in Sala Ticozzi.

All’evento hanno partecipato quattro esponenti religiosi ed un agnostico che, coordinati da Vittorio Colombo responsabile de La Provincia di Lecco, hanno discusso e si sono confrontati sulla possibilità di un dialogo religioso, un tema molto attuale, visti anche i recenti casi di cronaca legati al fondamentalismo islamico.

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“Quando i miei ragazzi hanno proposto un incontro su questa tematica – ha esordito il dirigente scolastico dell’istituto Badoni Angelo Benigno De Battista – mi sono spaventato, è un tema forte, complesso, poco affrontato a scuola e presentato come divisivo dall’attualità politica. Ho superato la paura quando i ragazzi mi hanno mostrato una domanda ‘ è possibile

 Angelo Benigno De Battista
Angelo Benigno De Battista

un dialogo tra religioni?’ come filo conduttore della serata, e poiché quando i ragazzi si pongono queste domande difficili dobbiamo avere il coraggio di prenderle in mano e cercare di dare loro una risposta. Ringrazio i presenti, gli esponenti delle diverse religioni che hanno accolto l’invito a partecipare alla serata, i ragazzi e il Professor Viscosi che ha coordinato i ragazzi nella preparazione della serata”.

 

La serata ha preso il via con una riflessione del religioso ebraico Vittorio Robiati Bedaud letta dalla poetessa Germana Marini (il religioso non poteva essere presente perché per gli ebrei il venerdì sera rientra già nel sabato sabbatico): la

Vittorio Colombo
Vittorio Colombo

riflessione poneva l’attenzione sul fatto che “un religioso prima ancora di essere tale è un uomo e quindi nel momento in cui si rifiuta il dialogo interreligioso si rifiuta il dialogo tra uomini, togliendo ad essi la dignità”.

Partendo dalla considerazione di Robiati, Vittorio Colombo ha chiesto agli altri religiosi presenti di esprimere la loro opinione.
A rompere il ghiaccio è stato il “padrone di casa” Monsignor Franco Cecchin prevosto di Lecco che ha sottolineato come: “ ogni religione ha dentro di sé la consapevolezza di essere la salvezza per gli uomini, ad esempio per noi cristiani Gesù è il salvatore di tutta l’umanità, ma questa è solo una proposta, non un’imposizione! Non

Monsignor Franco Cecchin
Monsignor Franco Cecchin

posso imporre il mio credo ad un estraneo, posso dialogare con lui, riflettere e avere uno scambio di opinioni, nella misura con cui condividiamo la medesima dignità umana, ricordandomi di rispettare tre criteri fondamentali: giustizia, pace e salvaguardia del creato, ma non posso in alcun modo imporgli di credere nel mio Dio”.

Anche per la religione musulmana, colpita in questi anni dalla piaga del fondamentalismo islamico, è possibile un dialogo tra le religione e il nuovo Imam di Lecco Usama al Santawy ha voluto spiegare ai presenti l’apertura dell’Islam nei confronti delle altre religioni, cercando di far luce una volta per tutte sulla questione del fondamentalismo religioso: “ Nel nome di Dio clemente misericordioso: è la prima frase del Corano, basterebbe aprire il nostro libro per capire che la nostra religione invoca clemenza e misericordia, non posso quindi non trovarmi in completo accordo con ogni persona che mette al primo posto nella sua scala di valori il principio del dialogo: è nostro dovere  dialogare non solo tra

Usama al Santawy
Usama al Santawy

religiosi, ma anche tra persone che hanno un pensiero, senza il bisogno di supremazia, ma rispettando le loro idee e ricordando che la vita umana  viene, e deve continuare a venire, prima di ogni altro principio”.
Per quanto riguarda il capitolo estremismo religioso, l’Imam ha definito gli estremisti: “ cani dell’inferno, sono coloro che leggono il Corano, fermandosi alle apparenze non facendolo giungere al loro cuore, loro credono di essere dei buoni musulmani, ma non è così: per essere un buon musulmano prima di tutto bisogna essere persone buone , che non uccidono e non spargono sangue in nome di Dio”.

Ma la testimonianza più forte, concreta e veritiera riguardo al fondamentalismo religioso è giunta dal console del Burkina Faso Jean Francoise D’assis Yamego, una nazione dove convivono da anni pacificamente cristiani e musulmani, ma che il 15 settembre ha conosciuto la minaccia terroristica del fondamentalismo islamico con un attentato nel pieno centro della capitale: “ A

Il console del Burkina Faso Jean Francoise D'assis Yamego
Il console del Burkina Faso Jean Francoise D’assis Yamego

mio parere – ha esordito il console – il dialogo tra religioni è indispensabile per conoscerci, apprezzare le differenze e le qualità che ci legano gli uni agli altri, combattendo la violenza a favore della pace. Nel mio paese non vi è una religione prevalente anzi, metà della popolazione è musulmana, mentre l’altra metà è cristiana, ma questo non rappresenta in alcun modo un ostacolo al vivere comune: i musulmani vengono invitati dai cristiani alle loro feste e viceversa, il 15 settembre hanno pregato insieme per le vittime dell’attentato.  Questo atto terroristico  è stato il primo episodio di violenza tra religioni nella storia della mia nazione, ma non ci siamo fatti intimorire, ci siamo ripresi e tutt’ora cristiani e musulmani continuano a convivere senza alcun tipo di problema, aiutandosi reciprocamente e festeggiando insieme le loro ricorrenze religiose ”.
Un esempio concreto e diretto quindi di come sia possibile la convivenza tra le diverse religioni all’interno di un medesimo stato.

L’ultimo esponente religioso a intervenire è stato il buddista Massimo Manetti che si è detto anche lui “favorevole

Massimo Manetti
Massimo Manetti

al dialogo interreligioso poiché la religione è il punto fondamentale della vita di un uomo, anche se non bisogna dimenticarsi che alla base vi è sempre la dignità dell’essere umano”.

Terminati gli interventi dei ‘religiosi’ la parola è passata all’ingegner Shadrack Musoni che ha cercato di spiegare ai presenti il motivo per cui, secondo lui, Dio non esiste: “ A mio parere – ha spiegato Musoni– Dio nasce dall’umana necessità di crearsi una divinità: la storia è costellata di divinità, alcune sono rimaste altre via via si sono perse. Il mio paese di origine è il Ruanda, prima del colonialismo avvenuto nel ventesimo secolo, esisteva una religione ruandese monoteista che venerava il Dio Imana, questa religione si riconosceva nel detto ‘ Dio passa la giornata altrove e la sera rientra in Ruanda’: per cogliere il significato di questa frase basta fare riferimento alla struttura organizzativa che vigeva all’epoca in Ruanda: essa si basava sulla pastorizia e

Shadrack Musoni
Shadrack Musoni

sull’agricoltura, la mattina presto i ruandesi uscivano di casa per andare a lavorare e rientravano la sera. I ruandesi quindi davanti ai misteri della natura, di fronte alla paura della morte e ai problemi metafisici avevano elaborato una credenza e un Dio a loro immagine e somiglianza, questo dimostra come Dio sia solo una creatura inventata dall’uomo e che quindi non esista”.

Davanti a queste considerazioni è facile immaginare lo scetticismo e lo stupore di coloro che invece si dichiarano credenti e proprio in virtù di questo scetticismo Monsignor Cecchin prima e il buddista Mainetti poi, hanno incalzato l’ingengere ruandese chiedendogli: “ Come sei arrivato al senso della vita, della gioia e dell’onestà? Dove lo fondi? E qual’è il tuo concetto di fede?”.
“Il concetto di fede è un dono che deriva dalla grazia di Dio per chi crede – ha risposto l’ingegner Musoni – io non credendo non posso pretendere di avere fede, semmai posso immaginare una filosofia etica che mi permetta di vivere in maniera corretta sulla terra, non ritenendo così necessaria l’esigenza di avere una fede, anche perchè – ha concluso Musoni – la frase cristiana ‘ non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te” è comprensibile anche a coloro che non credono”.

 

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Al termine dell’incontro l’assessore alla Famiglia del comune di Lecco Riccardo Mariani ha consegnato al console del Burkina Faso un libro su Lecco, come ricordo della serata e della sua permanenza in città.

 

Da sinistra Faso Jean Francoise D'assis Yamego e Riccardo Mariani
Da sinistra Faso Jean Francoise D’assis Yamego e Riccardo Mariani

 

Un dialogo attuale quindi, che ha permesso di porre a confronto diversi pensieri, credenze e considerazioni riguardo ad un tema molto attuale e che ha permesso ai ragazzi presenti in sala di avvicinarsi al tema del dialogo interreligioso e ricevere le risposte alle loro domande in materia.