LECCO – Ieri sera al Politecnico di Milano – sede di Lecco – è avvenuta un’interessante serata di confronto con al centro la più classica delle domande che tutti i cittadini lecchesi si sono fatti almeno una volta nella vita: Lecco è una città per giovani?
Moderata dal direttore di “Vita” Riccardo Bonacina, la serata – presente nel numeroso pubblico anche il sindaco Virginio Brivio – ha dato la parola a diverse voci illustri del territorio, tra cui l’Assessore alla Cultura Simona Piazza.
“Io parlo da cittadina – ha dichiarato – e dico che Lecco è una città in trasformazione, una città accogliente che sta cercando di percorrere un cammino per diventare sempre più culturale e turistica.”
Dopo l’Assessore ha preso la parola Don Filippo Dotti, Responsabile Pastorale Giovanile del decanato di Lecco. Il sacerdote ha iniziato l’intervento ponendosi una domanda molto semplice: “Tu per chi vivi?” Partendo da questo quesito è passato ad analizzare la situazione cittadina, con un semplice assunto: “Molte cose mancano, quindi c’è ancora molto da costruire.”
Tra l’intervento del pittore Afran e l’originale discorso del filosofo Silvano Petrosino, che ha definito la parola gioventù “una trappola” e lodato il tempo perso, dicendo che “qualsiasi tempo perso prima o poi sarà ritrovato”, c’è stato l’unico momento in cui si sono sentite in diretta le voci vere dei giovani, sei storie diverse.
C’era Clara, vincitrice di un bando di giovani idee sul turismo in città. Francesco Lietti, inventore assieme ad alcuni compagni del Badoni di una App per premiare le persone che non usano il telefono in strada. La volontaria della Caritas Martina, l’appassionato Giovane Democratico Pietro, il talento della Picco Lecco Melania e lo studente universitario Francesco Paolo Manzari, barese che da oltre cinque anni vive sul Lario. Le sono storie erano comuni a quelle dei tanti ragazzi in platea, giovani studenti in grado di trasformare la passione in risultati positivi. La serata è stata chiusa dal rapper Shade, che ha cantato tre pezzi prima dei saluti finali.