MANDELLO – Luca Bontempelli aveva scritto, il giorno dopo la morte di Alfio Peraboni: “E’ stato per un decennio il miglior rappresentante della vela italiana nel mondo. Un grande innovatore, uno splendido cervello mai sazio di novità tecniche, montato su un fisico assolutamente esplosivo. Sfiora i due metri, viene da Mandello Lario. E’ un agonista nato. Il suo sorriso, bianchissimo, è irresistibile. Impossibile non notarlo”. Oggi pomeriggio a molti sarà parso di vederlo, l’Alfio, aggirarsi tra le barche del piccolo porto di Pramagno e entrare e uscire da quella che per molti anni è stata un po’ la sua seconda casa: la sede della Lega Navale mandellese.
Era il giorno della commozione, oggi, per tutti quelli che hanno voluto bene a Peraboni. Ma anche il giorno dei sorrisi e della gioia, perché Mandello – dove Alfio aveva vissuto pur essendo originario di Monza – ha voluto onorare il suo campione dedicandogli un piazzale (proprio quello antistante la sede della Lni mandellese) e una scultura, collocata nelle immediate vicinanze e scoperta dalla figlia Clio, che poco prima – insieme a Giulia, compagna di Alfio nella vita di ogni giorno, e al sindaco Riccardo Mariani – aveva tolto il drappo che fino a quel momento copriva la targa con l’indicazione “Piazzale Afio Peraboni – olimpionico di vela / cavaliere al merito sportivo”.
E’ stato proprio il primo cittadino a ricordare Peraboni. “Ha dato moltissimo alla vela italiana – ha detto Mariani – e pur essendo nativo di Monza ha saputo creare con Mandello un legame forte, lasciando un segno profondo della sua appartenenza proprio alla terra mandellese con la grandiosità dei risultati sportivi ottenuti nel corso della sua carriera”. “Ecco perché – ha aggiunto – io oggi sono fiero e orgoglioso di inaugurare questo piazzale a lui dedicato”.
Dopo la benedizione impartita dal parroco di Olcio, don Mario Tamola, è stato il presidente della Lega navale mandellese, Aldo Mingardi, a tratteggiare la figura e la personalità di Peraboni attraverso quanto scritto sempre da Bontempelli all’indomani della sua prematura scomparsa, avvenuta nel gennaio del 2011. E a ricordare il legame che unì lui e le sue più prestigiose imprese a Danilo Folli, “ il primo a portarsi Alfio in regata”.
Danilo Folli, già, il pignolissimo e poetico costruttore di barche”, come ebbe a definirlo sempre Bontempelli, che fece incontrare a Mandello Peraboni e il novarese Giorgio “Dodo” Gorla, il velista italiano con più medaglie olimpiche vinte dopo Alessandra Sensini. Con Peraboni prodiere, Gorla vinse il bronzo sia ai Giochi di Mosca nel 1980 sia a quelli di Los Angeles dell’84 e quello stesso anno conquistò il titolo mondiale (sempre tra le “Star”, la classe regina della vela) in Portogallo.
C’era anche “Dodo” Gorla, oggi a Mandello, che trattenendo a fatica le lacrime ha detto: “Dopo avere incontrato Alfio qui sul vostro lago non ci siamo più lasciati. Lui è stato un grande campione e, per me, un grande amico”. Quindi il saluto di Alberto Pilotto, consigliere comunale di Monza, presente in rappresentanza del sindaco Roberto Scanagatti, e il rinfresco nel salone del centro sportivo di Pramagno. Non prima di un ultimo “urrà”, tutto dedicato a Alfio Peraboni.