LECCO – Sono state già 120 le denunce pervenute quest’anno alla Questura di Lecco relative ad episodi di furti, rapine, estorsioni con parte lesa dei minorenni, 30 quelle per minacce o ingiurie, 40 i casi di lesioni o percosse.
Sono dati emersi venerdì mattina durante il convegno organizzato in Camera di Commercio in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, promossa dalla Prefettura insieme all’ASL, a “Specchio Magico” e alla Camera di Commercio.

Un appuntamento coordinato dal presidente della cooperativa “Specchio Magico” e sindaco di Olginate, Rocco Briganti, con il quale si voluto porre l’attenzione riguardo alla tutela dei minori vittime di abusi, rafforzata sul territorio lecchese grazie ad un protocollo, siglato lo scorso aprile e presentato venerdì dal prefetto Liliana Baccari, che punta a prevenire e contrastare l’emergere di questo drammatico fenomeno.

“In passato abbiamo conosciuto un incremento delle violenze sessuali a danno di minori – ha spiegato il capo della Squadra Mobile, Marco Cadeddu – in questo momento i reati in crescita riguardano la sfera patrimoniale, rapine o furti ad opera di minori nei confronti di altri minorenni, soprattutto in ambito scolastico e nei tragitti ferroviari verso la scuola e nei luoghi di aggregazione giovanile”.
A preoccupare sono anche le insidie di internet e dei social network: “Sicuramente è un problema in crescita e con un sommerso enorme – prosegue Cadeddu – difficilmente si arriva a denunciare questo tipo di delitti, ma emergono grazie anche alla formazione costante del personale scolastico e alle attività di polizia. Parliamo di produzione e detenzione di materiale pedopornografico, scambi di persona, ingiurie e truffe. Oggi il web è una parte importante nella vita di ciascuno di noi e la commissione di reati ne è una diretta conseguenza”.
La Questura dispone di un gruppo specializzato che si occupa di reati con vittime donne e minorenni, così come la Procura può avvalersi di collaboratori esperti, quando è un minore a subire un reato, nelle fasi che accompagnano la vittima al processo.

“Un bambino che subisce abusi ci lancia dei messaggi che però, se non si ha una formazione specifica alle spalle, non è sempre facile cogliere – ha spiegato il sostituto procuratore Cinza Citterio – durante un’audizione protetta, un minore si trova in un ambiente a lui estraneo insieme a degli sconosciuti, vive un disagio che può essere attenuato se lo si affianca in un percorso di preparazione a questo momento e al successivo incidente probatorio. Un minore che subisce abusi in famiglia può essere anche spinto dagli stessi parenti a modificare il racconto dei fatti subiti, per attenuare la posizione di chi ha compiuto di tali atti nei suoi confronti, oppure può sentirsi responsabile dell’arresto dei suoi cari”.
L’appello, lanciato dallo stesso sostituto procuratore e dagli altri relatori del convegno, è quindi quello di realizzare una rete sempre più fitta di collaborazione tra istituzioni, scuola, procura e forze di polizia, in una chiave di prevenzione a questi reati ma anche di supporto psicologico alle giovanissime vittime.

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