Obbligo ritiro figli alle scuole medie? Parola ai presidi lecchesi

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autobus

LECCO – “Bisogna andare a prendere i figli fuori da scuola, anche alle medie”. In estrema sintesi è questa la conseguenza della sentenza emessa dalla Cassazione, che lo scorso maggio ha condannato un preside e una docente per la morte di uno studente, travolto in strada mentre stava andando a prendere l’autobus proprio all’uscita da scuola.

Un fatto avvenuto 15 anni fa, ma per il quale la Cassazione ha stabilito la responsabilità dell’istituto scolastico, introducendo, per i genitori, l’obbligo, fino ai 14 anni, ad andare a prendere i propri figli a scuola, e, per la scuola, l’obbligo di vigilanza (ovvero il personale scolastico, docenti inclusi, dovrà accertarsi che gli studenti alla fine delle lezioni vengano effettivamente ‘ritirati’ da qualcuno). Se non sono mamma e papà vanno bene i nonni, gli zii, la bay sistter, autorizzati naturalmente. La pena? Una denuncia alla scuola per mancato controllo e ai genitori per abbandono di minore.

Un’esagerazione? La domanda, di fronte a questa novità, sorge spontanea. Da sempre il rientro da scuola in autonomia è qualcosa di normale, sin dalle medie: il viaggio in pullman o a piedi verso casa con i propri coetanei è un ricordo di tanti che la scuola l’hanno oramai alle spalle da anni. Poi, certo, l’eccezione non è mancata, qualche nostro compagno ‘fortunato’ era sempre atteso da mamma o papà fuori da scuola. Ma ha senso istituire l’obbligo per i genitori di andare a prendere il figlio che va alle medie a scuola? La Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è stata chiara nella recente intervista rilasciata a Tagadà, programma televisivo di La7: “Bisogna andare a prendere i figli a scuola, questa è legge, i presidi devono rispettare la legge e i genitori esserne consapevoli”.

Il Ministro Valeria Fedeli

La mobilitazione dei dirigenti scolastici da Nord a Sud Italia non si è fatta attendere: proprio recentemente i presidi di diversi istituti hanno inviato una lettera al Parlamento chiedendo di riscrivere la legge sull’uscita da scuola. I regolamenti scolastici delle scuole medie, approvati dai Consigli d’Istituto, non sono infatti tutti uguali e nella maggior parte dei casi l’uscita degli alunni da scuola avviene per lo più in autonomia. A dover dare delle indicazioni univoche in materia, secondo tanti dirigenti, dovrebbe essere il Ministero stesso.

Un parere condiviso anche dai presidi di alcune scuole medie lecchesi, pubbliche e paritarie, che abbiamo contattato chiedendo un parere sulla questione e, soprattutto, quali provvedimenti dovranno prendere per adempiere l’obbligo.

Maria Pia Riva, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Lecco 2  Don Ticozzi, ci spiega che il regolamento attualmente in vigore presso la scuola non prevede sorveglianza all’uscita da scuola, “a meno che i genitori avvisino prima dell’eventuale presa in carico”. “I ragazzi delle medie arrivano a piedi, in bici, in pullman, e nello stesso modo tornano a casa – commenta – è sempre stato così. Siamo di fronte ad una situazione davvero complessa che a mio parere non può essere discussa solo internamente al Consiglio di Istituto ma deve per forza coinvolgere le famiglie, e le istituzioni. Per far fronte ad un obbligo di legge occorre una legge univoca che parli chiaro”.

Simile la situazione all’Istituto Comprensivo Lecco 3 Stoppani, dove la preside Raffaella Maria Crimella ha parlato di “sentenza preoccupante”: “L’obbligo di venire a prendere i figli a scuola è regolamentato fino alla 4^ elementare – ha spiegato – da 3 anni abbiamo introdotto la possibilità per gli alunni di 5^ e delle scuole medie di uscire in autonomia. I genitori, se vogliono, possono consegnare una documentazione con i dettagli del percorso che il figlio fa per tornare a casa, se in pullman o a piedi, che strade prende ecc… ma non è obbligato”. Una decisione dell’Istituto che come spiegato dal preside contiene anche un aspetto educativo: “L’autonomia dei ragazzi in quest’età è molto importante, tornare a casa da soli da scuola è a suo modo un percorso di crescita. Credo che sia un discorso da non sottovalutare. Sul da farsi in futuro non ho risposte: la legge c’è, giuridicamente la scuola ha l’obbligo di vigilanza sui minori.  Bisognerà adattarsi, vediamo come e in che tempi”.

Nelle scuole private il regolamento sull’uscita degli alunni è decisamente più ‘rigido’: è il caso del Collegio Alessandro Volta dove, come spiega il dirigente delle medie Joseph Tocchetti, è previsto che i ragazzi non escano mai da soli da scuola. “Di solito vengono presi dai familiari,  in caso di eccezioni veniamo avvisati con un’autorizzazione. Se all’uscita non c’è nessuno ad aspettarli restano in cortile sempre sorvegliati. Da questo punto di vista la sentenza non aggiunge nulla a quanto mettiamo già in pratica”.

Alla Kolbe l’uscita degli studenti è controllata da alcuni sorveglianti ma non c’è nessun obbligo per i genitori di venire a prendere i figli fuori da scuola: “Molti di loro prendono il pullman o vanno a piedi – ha spiegato il preside Francesco Riva – noi comunque richiediamo ai genitori una certificazione in questo caso. Onestamente trovo la norma molto esagerata: posto che la sicurezza debba essere garantita all’uscita da scuola i ragazzi delle medie sono in un’età in cui lo sviluppo dell’autonomia è importante”.

Più ‘morbidi’ alla Maria Ausiliatrice, come commenta Suor Francesca Robustelli, Direttrice dell’Istituto: “Quello che stabilisce la legge ha un senso, ma il dato di fatto è che gli studenti vanno e vengono da scuola in autonomia. Il regolamento allo stato attuale non prevede nessuna norma sull’uscita da scuola e prima di prendere provvedimenti di alcun genere aspettiamo direttive dal Ministero”.

La legge parla chiaro, lo ha ribadito la Ministra Fedeli. Ma non convince del tutto. Il discorso, lo hanno detto i presidi lecchesi, è anche pedagogico ed educativo: dagli 11 ai 14 anni si sperimenta la prima autonomia, i ragazzi iniziano a prendere coscienza di sé, ad affermarsi, anche tornando a casa da scuola da soli, che sia a piedi, in bus o in bici. Obbligarli ad aspettare i genitori o qualcuno che li porti a casa non appare utile.

E vien da chiedersi in questo caso quale sia la linea che determina la possibilità di essere autonomi. Che il prossimo passo sia il dover andare a prendere i figli a scuola fino alla maggiore età? Benvenuti nel Paese delle Meraviglie, come direbbe Maurizio Crozza.