MANDELLO – “Fasoli è come quello che, quando gli indichi la luna, guarda il dito. Liquida in una battuta (“sono tutte fandonie”), peraltro sempre velenosa come è nel suo stile quando si rivolge a chi non la pensa come lui, le questioni su cui non può difendersi, per esempio che la sua Amministrazione che da sempre sbandierava la riduzione delle tasse finora non ha fatto altro che aumentarle (addizionale Irpef, rette scuole materne e chissà cosa ancora ci aspetta)”.
Grazia Scurria, capogruppo di “Casa Comune”, torna a intervenire sulla questione dei canoni demaniali e sul dibattito di mercoledì scorso in sede di consiglio comunale.
“Diamogli la soddisfazione, prima che perda di nuovo la sua rarissima pazienza – scrive in una nota l’ex assessore – Ha ragione lui: i canoni del reticolo idrico minore restano tutti al Comune. Chiedo venia per l’imprecisione, ma confermo ciò che ho detto e che lui, anche questa volta, ha travisato. Ho affermato che la disposizione regionale che appone il canone per lo scolo delle acque meteoriche nel fiume è odiosa e incomprensibile e non ingiusta, come la definisce Fasoli. Confermo anche che la nostra Amministrazione ha incassato, sul reticolo idrico minore, quasi 150.000 euro da diverse aziende di Mandello non perché buttano l’acqua nel fiume, bensì perché occupano fiumi e vallette con i loro fabbricati e con i loro ponti, che è cosa ben diversa”.
“Le aziende che danno lavoro al nostro territorio – aggiunge la Scurria – hanno tutto il mio rispetto, ma giustamente pagano un canone per occupare con le loro costruzioni i beni demaniali. Per quanto riguarda i cittadini abbiamo compiuto una scelta politica non per “una deplorevole (seppur immaginabile e prevedibile) mossa elettorale!” (sic), ma nel tentativo di comprendere se ci fosse un modo per evitare questa gabella regionale su chi scarica l’acqua dei pluviali nel fiume”.
Rivolgendosi poi idealmente in prima persona al sindaco, la capogruppo dello schieramento di centrosinistra scrive: “Se ragionassimo come lei, dovremmo pensare che la stessa “deplorevole manovra elettorale” l’ha fatta anche lei, visto che le lettere le ha tenute nel cassetto da giugno 2015 al febbraio 2016, facendo prescrivere un’altra annualità!”.
“A conferma dell’atteggiamento del sindaco teso a silenziare le minoranze – osserva poi Grazia Scurria – leggo le dichiarazioni rese dallo stesso a seguito del consiglio comunale del 10 febbraio, nelle quali vengo accusata di “un attacco maleducatissimo all’assessore Patrignani”, al quale ho contestato di non avere risposto ai consiglieri comunali. Nello stesso articolo vengono riportate le parole che il primo cittadino mi ha rivolto durante il Consiglio (ndr, “consigliere, credo che lei non abbia capito nulla”), che denotano chiaramente che anche a lui mancano le stesse qualità”.
“In Consiglio – aggiunge – Patrignani non è stato in grado di rispondere alle domande che gli venivano poste. Non solo: dopo l’ennesima sollecitazione, ha pure scherzato sul proprio comportamento dicendo “faccio il favore di rispondere”. Ma dove pensa di stare l’assessore quando è in consiglio comunale? Che abbia rispetto del Consiglio e dei consiglieri, esattamente come dovrebbe averlo il sindaco, che ha sempre due pesi e due misure per le parole a seconda di chi le pronuncia”.
Poi il pensiero conclusivo: “Altro che “dibattito costruttivo”! Fasoli non sopporta nessun dibattito e se si è fuori dal pensiero unico (che naturalmente è il suo), bisogna stare zitti. Anche quando si rappresentano una buona parte dei cittadini, seppur in minoranza”.