Sindacalisti reggini a Lecco: “Nord non immune da ‘ndrangheta”

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LECCO – L’infiltrazione della ndrangheta al Nord e il ruolo sempre più pesante che svolge nella società civile sono stati al centro di un convegno promosso dallo Spi Cgil di Lecco, il Sindacato dei Pensionati Italiani,  giovedì 25 ottobre presso la sede sindacale di via Besonda.

Ospiti dell’evento i dirigenti dello Spi di Reggio Calabria e Catona, Salvatore Liacopo e Rosetta Melidoni, che hanno spiegato i metodi che la ndrangheta e le varie mafie usano per infiltrarsi sino a impadronirsi delle aziende e controllare, influenzare o gestire in prima persona enti pubblici, occupando i territori più ricchi come il Nord Italia.

“La provincia di Lecco non è affatto immune da questo fenomeno” considerazioni espresse con serenità ma senza rassegnazione da parte di questi coraggiosi sindacalisti che hanno rivolto un appello ai lecchesi a vigilare per arginare il fenomeno:

“Senza lavoro non c’è libertà. I nostri giovani per trovare un’occupazione devono rivolgersi alla criminalità organizzata, restandone prigionieri per tutta la vita. Sono pochissimi coloro che sfuggono alla rete mafiosa. Per questo molti nostri giovani vengono al Nord a cercare lavoro”.

L’incontro è stato introdotto da Nunzia Bianchi. Sono intervenuti il segretario della Camera del Lavoro Wolfango Pirelli, Mario Castelli della Lega Spi di Merate (che ha promosso il gemellaggio con Catona).

Il segretario provinciale dello Spi-Cgil di Lecco, Sergio Pomari ha sottolineato l’utilità del convegno:

“Sappiamo che nel territorio lecchese opera in modo sempre più palese la ndrangheta. I fenomeni sono evidenti e provocano anche disoccupazione. Un’impresa controllata dalla delinquenza ha come destino il fallimento e il licenziamento di tutti gli addetti. La Cgil, lo Spi hanno invitato tutti gli attivisti a vigilare e segnalare situazione sospette”.