LECCO – Sono stati assicurati alla giustizia, i due malviventi ritenuti responsabili dell’efferata rapina compiuta il 31 ottobre scorso, ai danni del bar “Centrale” di Mandello del Lario: in quell’occasione, i due farabutti sorpresero il titolare del locale alle 3.30 di notte, mentre lo stesso si preparava all’apertura mattutina del bar, lo legarono ad una sedia, malmenandolo e sottraendogli soldi, buoni pasto e stecche di sigarette. I rapinatori, travestiti e armati di pistole, erano poi fuggiti con una Fiat Punto ritrovata nei pressi del cimitero, abbandonando le pistole in un borsa frigo, ritrovata il giorno dopo da un passante, in via Costituzione.
L’indagine dei carabinieri del Comando Provinciale di Lecco, coordinata dal pm Rosa Vallotta, partì proprio dalla rapina, con lo studio delle immagini registrate dalle telecamere posizionate lungo le strade di Mandello e Abbadia Lariana, che avevano immortalato la Fiat Punto (risultata rubata a Lecco giorni prima) seguita da un furgoncino bianco, intestato ad una ditta del monzese. Proprio quest’ultimo dettaglio ha permesso ai militari di rintracciare uno dei fermati: Pietro Melis, idraulico 36enne di Seregno, che aveva preso in affido il furgone da un’azienda per la quale lavorava proprio nelle settimane in cui è accaduta la rapina.
Ad inchiodare il sospettato si è aggiunto l’arresto di due ricettatori, residenti a Salerno e Milano, sorpresi dai carabinieri in possesso di parte della refurtiva: messo sotto torchio dai militari, uno dei ricettatori ha fatto il nome di Pietro Melis, offrendo una preziosa conferma ai militari. Nella casa di uno di loro, inoltre, è stata ritrovata una vera e propria armeria: fucili di vario genere, pistole e proiettili, tutti regolarmente detenuti ma di provenienza sospetta, e per questo sequestrati dai carabinieri.
Il 27 marzo scorso è scattato il blitz (il video dell’arresto) con il quale le forze dell’ordine hanno seguito e arrestato il 36enne, mentre guidava lungo le strade di Seregno. L’uomo è stato bloccato e condotto nella casa circondariale di Monza; nell’interrogatorio preliminare Melis non ha voluto collaborare con il magistrato, mantenendo ignota l’identità del suo complice.
Così è continuata l’attività investigativa degli agenti, che si è concentrata verso un altro sospettato: Vincenzo Laudari, 39enne originario di Belcastro (CZ) e domiciliato a Lecco, nei pressi di Piazza XX Settembre. Quest’ultimo è considerato dagli inquirenti la mente criminosa della rapina di Mandello, per trascorsi malavitosi ereditati addirittura dal padre, rimasto ucciso a colpi di pistola in una faida tra clan.
Laudari era già stato fermato nel 2001 a Chiavari, trovato irregolarmente in possesso di un fucile kalashnikov. Il suo ennesimo arresto è avvenuto il 6 giugno scorso, nei pressi del carcere di Pescarenico, dove tuttora è rinchiuso. Entrambi sono accusati di rapina pluriaggravata, sequestro di persona, porto illegale di armi da fuoco, furto aggravato di autovettura.
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