Chiesa gremita per l’ultimo saluto a Monica Comi, giovane mamma e volontaria dell’oratorio
“Cara mamma, ci hai fatto il regalo più bello: ci hai insegnato a vivere e ad amare”
CALOLZIOCORTE – ” ‘Ciao Don, il mio angelo è salito in cielo. Stanotte il Signore ha voluto Monica al sua fianco’. Questo il messaggio che mi ha mandato il marito Biagio martedì mattina”.
E’ stato don Matteo Bartoli, con don Andrea Pirletti parroco di Vercurago e Pascolo, a celebrare, oggi pomeriggio, il funerale di Monica Comi, giovane mamma calolziese morta a soli 48 anni a causa di una malattia.
La chiesa arcipresbiterale era gremita per l’ultimo saluto a Monica, c’erano anche tanti giovani, amici delle due figlie, Aurora e Nicole che al termine della celebrazione hanno salutato la mamma.
“Cara mamma, tu, insieme a papà, ci hai fatto il regalo più bello: ci hai insegnato a vivere e ad amare e non possiamo fare altro che dirti grazie. Ciao mamma, vivrai sempre nei nostri cuori. Ti vogliamo bene”.
La mamma di Monica, Vilma, con la voce rotta dall’emozione ha letto la preghiera di Sant’Agostino “Se mi ami non piangere”: “Ciao Monica, noi ti amiamo, ma non ce la facciamo a non piangere. Grazie Gesù per avercela donata”.
Monica Comi era una persona molto conosciuta, faceva la volontaria in oratorio e si è spesa in diversi modi per la parrocchia di Calolziocorte.
“Sono giorni difficili per tutti noi, soprattutto per la famiglia di Monica, una bella famiglia, che noi conosciamo. Giorni difficili per loro, per tanti amici e per la grande famiglia della comunità cristiana, della parrocchia, dell’oratorio. Giorni difficili anche per me – ha detto un emozionato don Matteo -. In questi giorni è come se avessimo ricevuto tutti quanti uno schiaffo che, oltre a far male, ci fa rimanere male”.
“L’abbiamo conosciuta tutti come una persona solare, sorridente e molto legata alla sua famiglia. Una mamma premurosa, una persona disponibile e la ringrazio per il servizio che, in modi diversi, ha reso alla parrocchia e all’oratorio. Sempre con quella disponibilità senza troppe lamentele, una disponibilità data solo perché è bello poter dare una mano”.
“In questi ultimi mesi abbiamo compreso il suo bisogno di stare un po’ in disparte per la malattia che si era fatta viva un’altra volta. Mi colpiva sempre quando, in questi ultimi tempi, Nicole mi diceva ‘don, oggi non posso venire in oratorio perché altrimenti mia mamma resta a casa da sola, sto con lei’ “.
“Dopo questo schiaffo, però, abbiamo visto abbracci, carezze e baci. Se la vita spesso ci lascia degli schiaffi sonori, però possiamo sperimentare insieme anche la dolcezza di gesti sinceri d’affetto, che non si cancellano. Oggi non so dove è Dio, ma ho la certezza che quelle carezze che Monica ha ricevuto in questi giorni e che ci siamo dati tra di noi ci hanno parlato di Dio. E forse Dio è proprio questo… una sorta di carezza, un bacio”.
Don Matteo, dopo l’omelia, come nel brano del Vangelo “L’unzione di Betania”, ha cosparso il feretro di Monica con dell’olio di nardo: “Un profumo di amore, di resurrezione. Penso che questo profumo sia il miglior modo per ricordarci di lei e del suo sorriso”.
All’uscita dalla chiesa decine di palloncini blu sono stati liberati in cielo, un ultimo gesto per dire addio a una giovane mamma scomparsa troppo presto.