Nomadi a Calolzio: emessa l’ordinanza, l’intenzione è di mettere nuove sbarre

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Nomadi_Calolziocorte_Lavello

Un problema difficile da risolvere, i comuni hanno strumenti inefficaci

“Abbiamo programmato di mettere le sbarre sia nel parcheggio del Monastero che davanti alla ditta Fontana”

CALOLZIOCORTE – Di nuovo, in questi giorni, i nomadi sono tornati Calolziocorte occupando il parcheggio vicino al Monastero del Lavello, oltre al “solito” parcheggio davanti all’azienda Fontana, lungo viale De Gasperi, sempre in zona lungolago. L’amministrazione comunale, come al solito, ha subito messo in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per contrastare il fenomeno.

“Come sempre accade, anche in questo caso la Polizia Locale ha identificato le persone presenti, da parte del comune è stata emanata un’ordinanza per motivi igienico-sanitari che è stata subito notificata da parte della Polizia Locale ai nomadi che hanno 48 ore di tempo per andare via – spiega l’assessore alla sicurezza Luca Caremi -. Questo, di fatto, è ciò che possiamo fare, tenendo conto che appena un gruppo lascia l’area spesso, dopo poco tempo, ne arriva un altro”.

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Il comune, che monitora la situazione, ha in programma di mettere le sbarre, già installate nel piazzale Marinai D’Italia, anche nel parcheggio di fronte alla ditta Fontana e nel parcheggio accanto al Monastero del Lavello (a breve dovrebbero iniziare anche i lavori per la creazione del marciapiede): “Bisognerà attendere i tempi della burocrazia, ma l’intenzione dell’amministrazione è questa, consapevoli del fatto che a Calolzio ci sono altri luoghi dove potrebbero comunque sostare. Noi facciamo tutto quello che è possibile fare, con grande impegno della Polizia Locale”.

Un problema che non riguarda solamente Calolziocorte ma, di volta in volta, anche molti comuni limitrofi. La situazione si sarebbe acuita quando, qualche anno fa, un comune alle porte di Milano ha deciso di sgomberare un campo rom, da allora si sono sparpagliati sul territorio. L’unico strumento in mano ai comuni sono le ordinanze che, tra i vari limiti, richiedono anche un notevole impegno di tempo della Polizia Locale.

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“Non è nemmeno facile multare, come abbiamo comunque fatto, in caso di eventuali infrazioni – continua Caremi -. Spesso le raccomandate non vengono nemmeno ritirate e, qualora vengano ritirate, spesso le sanzioni non vengono pagate e per il comune è alla fine si rivela una perdita di denaro e di tempo”.