Effettuata l’autopsia sul corpo di Matteo La Nasa, il giovane di Burago di Molgora morto lunedì all’ospedale di Lecco dopo sedici mesi di coma vegetativo. “Lotterò con tutte le mie forze perché sia riconosciuto l’omicidio stradale. L’ho promesso a Matteo in punto di morte”: così si è espressa la madre, Crocefissa Castiglioni, poche ore dopo la scomparsa del suo Matteo.
Il 18 luglio 2010 il ragazzo, 18enne all’epoca, era stato travolto da un’auto guidata dal lecchese D.V., 21 anni – mentre era tranquillamente seduto al bar “Caminetto” di Versasio con la fidanzata galbiatese e i genitori di quest’ultima. Se si sia trattato di omicidio lo dovranno dire i rilievi istologici sul cadavere e quelli sulla ventina cartelle cliniche disposti dal sostituto procuratore Rosa Valotta. Per questo lo stesso PM ha notificato dodici avvisi di garanzia (atti dovuti) ad altrettante persone tra medici e personale sanitario, cioè chi in questo periodo di tempo ha avuto in cura Matteo.
Per il dottor Tricomi 60 giorni a disposizione per consegnare le proprie conclusioni. Se i medici verranno scagionati, allora l’accusa di lesioni gravissime per D.V. si tramuterà in quella di omicidio. E così slitterà la seconda udienza del processo davanti al giudice di pace, già fissata per venerdì prossimo. Il giudice Elisabetta Cossio dovrebbe disporre il rinvio in attesa degli esiti dell’autopsia; nel caso si profili l’ipotesi di reato di omicidio la competenza dell’intero processo passerà infatti a un collega del penale.