LECCO – “L’anno che si è appena concluso ha manifestato i primi segnali di una lieve attenuazione della fase di contrazione che ha contraddistinto il mercato immobiliare lombardo negli ultimi sette anni: un mercato che, tuttavia, non riesce ancora a invertire la tendenza, restando negativo, con un fatturato ancora in contrazione che si assesta per il 2013 intorno ai 15 miliardi di euro, il livello più basso degli anni 2000, con -12,6% sul 2012, in attenuazione rispetto alla caduta dell’anno precedente, pari al -27,7%.”.
A dichiararlo è Luigi Colombo, Presidente di ANCE Lombardia, commentando i risultati del V° Rapporto sul Mercato Immobiliare, realizzato in collaborazione con CRESME, che ne fotografa l’andamento nel corso del 2013.
“Il rallentamento nella flessione rappresenta un segnale importante, che ci fa sperare per il prossimo futuro”, continua il presidente dei costruttori lombardi.
E se la nostra Regione rimane la principale piazza immobiliare a livello nazionale, con un fatturato di 11,8 miliardi provenienti dal settore residenziale e 3,1 miliardi dal non residenziale, l’Ance sottolinea come negli ultimi sette anni la Lombardia abbia lasciato sul campo il 65% circa del suo volume di affari.
“Questa stagnazione – ha continuato Colombo – si ripercuote violentemente su un settore già in difficoltà a causa del calo degli investimenti pubblici e dell’irrigidimento del “patto di stabilità”, oltre che per la crescente pressione fiscale gravante sugli immobili, risultato del “balletto” della tassazione che negli ultimi mesi ha scoraggiato i possibili investitori”.
Nel settore delle compravendite residenziali, emerge un rallentamento della caduta rispetto al 2012, soprattutto in alcuni capoluoghi. Lecco è tra questi il primo a mostrare questi segnali “positivi”: già nel quarto trimestre 2012, infatti, la flessione si era ridotta al -4,4% rispetto al trimestre precedente e, nel primo trimestre 2013, si era registrato addirittura un + 22,1%; nel secondo trimestre 2013, tuttavia, c’è stata una nuova battuta d’arresto (-19,3%).
Anche il settore non residenziale lombardo – che pure ha iniziato il 2013 mostrando ancora segnali di difficoltà dopo un 2012 chiuso con -25% – mostra alcuni indicatori che lasciano pensare che la fuoriuscita dalla fase più acuta della crisi economica stia, moderatamente, producendo degli effetti. Anche in questo caso Lecco si segnala tra i capoluoghi più vivi, facendo segnare per tre trimestri consecutivi dati di risveglio (quarto trimestre 2012 +52,5; primo trimestre 2013 + 0,1%; secondo trimestre 2013 + 21,8%)
Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, le erogazioni di nuovi finanziamenti per l’acquisto di abitazioni sono risultate pari a 7,3 miliardi di euro nel 2012, con un calo del 42,1% rispetto al 2011, che segue ai cali registrati nei tre anni precedenti (-6,4 nel 2011, -1,9 nel 2010 e -6,9 nel 2009). Il livello dei nuovi finanziamenti erogati è così inferiore del 55,2% rispetto al massimo del mercato degli ultimi 13 anni.
Per quanto riguarda le erogazioni per l’acquisto di immobili non residenziali, si rileva una dinamica che consolida la repentina e brusca inversione di tendenza avviata nel 2009, con un calo del 25,2% dei nuovi finanziamenti nel 2012, che segue il -36,5% del 2011, il – 19,8% del 2010 e il -47,3% registrato nel 2009. Il dato più recente mostra ancora tassi negativi importanti, nell’ordine del 37,9% nel primo semestre 2013.
“I dati ricalcano i segnali di un maggior dinamismo del mercato che già avevamo avuto modo di evidenziare nello scorso mese settembre, alla ripresa dopo la pausa estiva – commenta Sergio Piazza, presidente di ANCE Lecco – Questo trend di rallentamento nella caduta della domanda pare confermata anche in questi ultimi mesi. Tuttavia non possiamo dimenticarci che la crisi non è affatto finita per il nostro settore e che, soprattutto, il periodo di così lunga stagnazione del mercato ha portato ad una drammatica morìa di impese e alla perdita di centinaia di posti di lavoro in provincia.
Dalle 970 imprese in media iscritte nel 2012 alla Cassa Edile di Lecco, sottolinea Piazza, siamo scesi alle 717 del 2013 (-26,1%) e dai 3.430 dipendenti del 2012 ai 3.158 del 2013 (-8%), con circa 4 milioni e mezzo di ore lavorate (-8,9% rispetto al 2012).
“Il dato che più allarma è comunque rappresentato dal crollo delle erogazioni per l’acquisto di abitazioni e immobili non residenziali – continua il presidente Ance – Le banche, al di là delle dichiarazioni pubbliche di intenti, dimostrano di aver da tempo dimenticato di assolvere al proprio compito fondamentale, di sostegno agli investimenti dei privati. Diventa fondamentale, a questo punto, individuare nuovi strumenti e nuove soluzioni per rimettere in moto la voglia di investire nel mattone. Non solo per le nostre imprese, ma per tutta la filiera di aziende che opera come indotto dell’attività immobiliare”.

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