In coma davanti al giudice. I genitori: “Un pugno nello stomaco”

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    Ha preso il via con l’annunciata, clamorosa presenza della vittima in stato di coma vegetativo, il processo per l’incidente che nell’estate del 2010 vide l’auto condotta dal 20enne lecchese D. V. uscire di strada e abbattersi sul giardino del “Caminetto” a Versasio, travolgendo il giovane Matteo La Nasa, di Vimercate, seduto ad un tavolino con fidanzata e parenti.

    I genitori di Matteo , Saverio e Castiglia Croce, hanno voluto che all’udienza davanti al giudice di pace per l’incidente che ha distrutto la vita del figlio fosse presente anche Matteo, portato in aula nella carrozzella. “La nostra scelta vuole essere un pugno nello stomaco, un segnale forte perché quello che è successo a nostro figlio non accada a nessuno. Chi si mette alla guida deve farlo con responsabilità, le auto non sono giocattoli“.

    Tutta la famiglia era presente: compresa la sorella Claudia di 22 anni e altri parenti. A rappresentare Matteo, il padre che si è costituito parte civile a nome del figlio. Tra le parti offese anche la madre della fidanzata, che allora subì una frattura a una vertebra.

    Il conducente dell’auto, tramite l’avvocato difensore Stefano Pelizzari, ha provveduto a una foralità importante dal punto di vista del risarcimento civile indicando l’assicurazione del veicolo che pagherà i danni.

    Alla fine il processo è stato aggiornato al 2 dicembre.