LECCO – Rintracciati e denunciati i vandali che nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre hanno devastato la pista ciclabile di Rivabella. Ben 1,8 km di danneggiamento, come stimato dai riscontri effettuati dalla Polizia Locale di Lecco.
Da quanto riscostruito il gruppo di giovani, in tutto 11 (di cui la metà ragazze) tra i 17 e i 18 anni, stava rincasando da una festa nei pressi del PalaTaurus ed ha percorso la ciclabile per raggiungere le proprie automobili, posteggiate in un parcheggio di fronte ad una pizzeria di Vercurago.
Durante il tragitto è scattata la follia, dovuta anche all’effetto dell’alcool visto che, come ammesso dagli stessi ragazzi, erano tutti ubriachi quella sera.
“Si tratta di bullismo estremo – ha spiegato il comandante dei vigili, Franco Morizio – dovuto all’inserimento nel gruppo di un nuovo individuo. La contesa tra questo e quello che era il ‘capobranco’ è sfociata in un gesto di bullismo collettivo”.
Il buio ha coperto le loro malefatte e a ben poco sono servite le immagini delle telecamere. La Polizia Locale, lavorando sinergicamente con gli agenti della Questura coordinati dall’ispettore Vincenzo Pasquale, ha dovuto ricorrere ad indagini più tradizionali acquisendo testimonianze e vagliando i “volti noti” tra i giovani di Lecco e dei paesi vicini.
In breve tempo il cerchio si è stretto intorno alla figura di alcuni ragazzi, tutti italiani e residenti fuori città, e in soli tre giorni sono spuntati i primi nominativi; dopo poco più di una settimana tutti gli altri. L’accusa nei loro confronti è danneggiamento aggravato in concorso e sia il Comune di Lecco che quello di Vercurago procederanno per il rimborso dei danni.
“E’ giusto dare un segnale di forza ma l’età degli autori di questi vandalismi ci pone di fronte ad una riflessione sul disagio giovanile” ha sottolineato l’assessore Armando Volonté .
Per questo i ragazzi, che nel frattempo hanno scritto una lettera di scuse al sindaco Virginio Brivio, verranno impegnati in lavori socialmente utili per scontare la loro colpa.
“Loro stessi, rendendosi conto di quanto avevano fatto, hanno dimostrato disponibilità a mettersi in gioco in modo positivo – ha commentato il primo cittadino – Sono figli nostri e li dobbiamo accompagnare in un percorso nel quale trasformare questi eventi negativi in un momento educativo e di crescita civica”.
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