Introbio. In centinaia per dire addio a Ezio Artusi, giovane padre e volontario

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INTROBIO – L’elicottero del Soccorso Alpino si è alzato in volo ancora una volta per dire addio a un volontario morto. Tre giri, sopra il cimitero di Introbio, è il  saluto che in questi ultimi anni abbiamo tristemente imparato a conoscere. L’ultima volta, soltanto pochi mesi fa, il volo sopra la basilica di Lecco per rendere onore al Delegato Gianni Beltrami, oggi pomeriggio per dire grazie ad Ezio Artusi.

Introbiese, 41 anni, ha perso la vita venerdì pomeriggio travolto da una valanga mentre stava salendo un canale in Grignetta. Con lui l’amico Giovanni Giarletta, 38 anni, pure lui volontario del Soccorso Alpino e pure lui morto sotto quella valanga (vedi articolo).

Una vera e propria folla, oggi pomeriggio, si è stretta attorno alla moglie Adele e ai due figli di  9 e 4 anni. Non solo la chiesa parrocchiale di Introbio non è riuscita a contenere la moltitudine di gente, ma nemmeno la piazza circostante. Tantissime persone in divisa, orgogliose: i compagni del Soccorso Alpino, quelli del Soccorso Centro Valsassina, gli Alpini, i Vigili del Fuoco, gli sci club e tante squadre sportive della valle: “Perché Artusi era l’uomo dalle mille divise, sempre pronto a fare qualcosa per gli altri” è stato ricordato in chiesa.

Presenti, oltre al sindaco di Introbio Adriano Airoldi, anche alcuni sindaci della Valsassina insieme al Prefetto Liliana Baccari e il vice Prefetto Stefano Simeone. Volti rigati dalle lacrime, ancora increduli di fronte all’inimmaginabile.

“Non ci sono molte parole da dire in questo giorno – ha detto il parroco don Marco Mauri durante l’omelia -. Partiamo dal grande dolore che tutti stiamo provando, dalle tante domande e tanti perché che ci portiamo dentro, dalla nostra impotenza che tante volte ci schiaccia e non sappiamo bene come andare avanti e continuare il cammino. Noi celebriamo questo funerale nel giorno della domenica, il giorno in cui ricordiamo la resurrezione di Gesù che è morto per noi. Quando ci sentiamo fragili e le nostre gambe non ci sostengono più abbiamo bisogno di qualcuno. In questo momento è la fede che ci sostiene”.

E poi un ricordo di Artusi, una persona preziosa per tutta la comunità: “Ezio, lo conoscete tutti molto meglio di me, era una che andava. Quando decideva andava, per sé ma soprattutto per gli altri. Quando c’era bisogno andava. Adesso tocca a noi lasciarlo andare. Questo ci permette di continuare a volergli bene, di continuare a sentirlo presente nella nostra vita, nella nostra comunità che è tutta qui radunata per salutare una persona che ha dato molto. Come dice la canzone chiediamo anche noi al Signore di prenderlo con sé e lasciarlo andare sulle sue montagne”.

Il feretro, trasportato a spalla dai compagni volontari, è stato accompagnato al cimitero di Introbio dal picchetto d’onore formato dai vessilli dei gruppi Alpini e dai gonfaloni delle varie associazioni, insieme a tantissima gente. Nel cielo grigio sferzato da un vento freddo il rumore dell’elicottero e le note della canzone “Signore della cime”.

Domani, lunedì 19 febbraio, alle 15.30,  nella basilica di San Nicolò a Lecco verranno celebrati i funerali di Giovanni Giarletta.

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18 febbraio – Addio Artusi. La promessa del sindaco: “Ezio, realizzeremo il tuo progetto”

18 febbraio – I ricordi dei tantissimi amici e compagni: “Grazie Ezio, l’uomo dalle mille divise”

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