LECCO – “Molti anni fa il Partito Comunista Italiano, partito di cui gli onorevoli Gian Mario Fragomeli e Veronica Tentori sono i legittimi eredi, riuscì a far credere all’opinione pubblica che una legge che assegnava un premio di maggioranza alla coalizione di partiti che avesse ottenuto il 50% + 1 dei voti fosse una “legge truffa”, cioè, in parole povere, una legge che alterava le legittime rappresentanze politiche. E, si badi bene, era quello un tempo in cui si recava al voto oltre il 90% degli aventi diritto! Oggi ci si vuol far credere che le esigenze di governabilità esigono che il paese possa essere guidato da un partito (neanche da una coalizione) che potrebbe non arrivare al 40% dei voti su una partecipazione che alle recenti europee non ha raggiunto il 60%. Senza contare il particolare, oggi un po’ dimenticato, che l’attuale parlamento è stato descritto come parlamento di ” nominati”, intendendo con questo una sua scarsa legittimazione dovuta alla impossibilità per gli elettori di scegliere personalmente i candidati nelle diverse liste.
La stabilità dei governi non può essere invocata come un valore assoluto (in caso contrario dovremmo rivalutare dittature e autarchie del secolo scorso) ma deve coordinarsi con adeguate forme di partecipazione democratica garantita da un parlamento scelto dal popolo elettore, così come ne discussero e poi realizzarono i costituenti del dopoguerra.
Sottovalutare la presenza nel parlamento di una rappresentanza reale delle diverse posizioni culturali e politiche significa inevitabilmente spostare i luoghi del confronto, e forse dello scontro, dentro gli spazi della società con conseguenze imprevedibili, soprattutto in tempi di difficoltà reali per tante persone e famiglie. Tanto più in presenza di una strategia governativa di penalizzazione delle diverse autonomie territoriali e sociali (vedi ad esempio le politiche verso province, regioni, camere di commercio, banche popolari) nelle quali si riconosce tanta parte del popolo italiano.
Ricordo con simpatia ai due giovani parlamentari che la saggezza popolare ci insegna che la fretta non è mai una buona consigliera…e che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno”.
Giulio Boscagli