LECCO – E’ il giorno dell’arrivo a Lecco di Cecile Kyenge per visitare la Casa Don Guanella e consegnare le cittadinanze civiche a Osnago ai figli di migranti nati in Italia. E’ il giorno delle proteste ma anche di manifesta la propria solidarietà al ministro per l’Integrazione e alle politiche giovanili.
Una giornata che per la Lega Nord coincide con la mobilitazione contro il decreto “svuotacarceri” e contro l’abolizione del reato di clandestinità. Per questo, così come in altre città d’Italia, militanti ed esponenti politici del Carroccio si sono ritrovati con un presidio alla prigione di Pescarenico che si è affacciato anche su corso Carlo Alberto, dove sono stati esposti striscioni e distribuiti volantini agli automobilisti.
Secondo la Lega il 34,9% della popolazione carceraria è rappresentata da stranieri, mentre gli sbarchi sulle coste italiane avrebbero raggiunto un numero 10 volte più alto rispetto al 2010.
“Non vengono applicate due norme dello Stato – spiega l’ex ministro Roberto Castelli – c’è un accordo con i governi di Albania e Romania per far scontare ai detenuti la pena a casa loro ma nessuno lo applica, come non viene applicato l’art. 17 del testo unico sull’immigrazione che prevede che gli immigrati incarcerati siano rimpatriati. Quando ero io ministro ne mandavo via cento al mese ed ora non si fa più nulla. Perché?”.
Castelli si è rivolto al senatore Paolo Arrigoni, presente al presidio insieme ad altri esponenti della Lega, per chiedere su questo un’interrogazione al governo Letta.
“Nessuna modifica sulla Bossi – Fini e mantenimento dello Jus sanguinis – ha ribadito Arrigoni che sullo ‘svuotacarceri’ ha spiegato – è il quarto provvedimento in due anni che depenalizza le pene. Si vuole risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri mettendo in libertà i delinquenti. Questa non è deterrenza”.
Poco lontano da Pescarenico, di fronte all’area del mercato della Piccola, sono scesi in campo contro la visita della Kyenge anche gli ex AN lecchesi ora nel Nuovo Centro Destra che hanno distribuito ai passanti un volantino recante l’editoriale del politologo Giovanni Sartori molto critico nei confronti del ministro dell’Integrazione.
“Non è una questione cromatica, Cecile Kyenge è un cittadino italiano e merita rispetto come tale e come ministro, così come non è assolutamente una protesta contro la Casa Don Guanella – precisa il consigliere comunale Antonio Pasquini – ma non condividiamo la posizione del ministro sullo Jus soli e in una situazione drammatica per la disoccupazione giovanile riteniamo che il ministro debba occuparsi di questo”.
Con loro anche il presidente della Provincia, Daniele Nava: “La polemica è sul fatto che lei come ministro dell’Integrazione e delle politiche giovanili non abbia fatto nulla in questi ambiti e che venga a Lecco a distribuire fantomatiche cittadinanze onorarie. Si discute non perché Cecile Kyenge sia un ministro nero ma è perché è un cattivo ministro”.
Parlano invece di “attacchi di stampo razzista” i militanti di Rifondazione Comunista, che hanno installato un gazebo nei pressi del centro commerciale La Merdiana. Anche loro, però, non risparmiamo critiche al Governo: “Si continuano a ritardare gli interventi sulla Bossi-Fini e sullo Jus Soli e questo perché si governa insieme a chi quelle leggi le ha approvate a suo tempo – spiega Francesco Coniglione, coordinatore provinciale del partito – Il rapporto tra migranti e italiani si risolve non mettendoli in contrapposizione ma creando uguaglianza”.
Sullo Jus soli ha le idee chiare anche il consigliere comunale Sandro Magni: “Non è accettabile che una persona che nasca e cresca in Italia non sia considerato italiano. E’ addirittura un antico principio del diritto Romano, una nostra tradizione e chi dice che le nostre tradizioni queste sarebbero messe a rischio fa un uso imprenditoriale della paura. La Lega non ha fatto nulla per valorizzarle”.
Evidente lo scontro su un tema, quello della cittadinanza, ancora ben lontano da trovare un intesa nella politica. Così, dopo la tappa a Lecco, insieme alla Kyenge, anche i presidi pro e contro si sposteranno ad Osnago, per la cerimonia di consegna delle cittadinanze civiche.
“Un pezzo di carta non rende italiani” è invece il testo dello striscione e dei manifesti affissi nei Comuni di Osnago, nei pressi del cimitero, e Valmadrera da CasaPound Italia Lecco.
“Riteniamo che il principio dello Ius soli, per cui – si legge in una nota diffusa dal movimento– chi nasce in Italia è automaticamente italiano, sia assolutamente insensato. Ci chiediamo – spiegano in un comunicato – in che modo l’assegnazione a priori della cittadinanza possa favorire l’integrazione, sia da un punto di vista culturale, sia da un punto di vista pragmatico: un pezzo di carta non trasmette una cultura millenaria come la nostra, mentre diritti come quello al voto o alla partecipazione ai concorsi pubblici sono garantiti all’immigrato esattamente come agli italiani. La legge attuale, infatti, prevede che vi possa accedere una volta raggiunta la maggiore età, qualora scelga la cittadinanza italiana”.

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