Michele Valsecchi, 25 anni, ha risposto alle domande del giudice circa i fatti accaduti a Maggianico la sera dell’Antivigilia
“Ho reagito ad un’aggressione”. Il giovane resta in carcere, con lui anche il padre, autore dell’omicidio di Olginate. I due episodi non sono legati fra loro
LECCO – Ha reagito “ad un’aggressione subita” Michele Valsecchi, 25 anni, in carcere dopo aver accoltellato il civatese C.B, 35 anni, la sera dell’Antivigilia di Natale. Questa la versione fornita questa mattina, martedì, al giudice Paolo Salvatore durante l’interrogatorio avvenuto ‘a distanza’, in videoconferenza.
Valsecchi ha risposto a tutte le domande del giudice direttamente dal carcere. “Il mio assistito aveva già rilasciato dichiarazioni spontanee ai Carabinieri la sera stessa dell’accaduto – ha fatto sapere l‘avvocato Marcello Perillo, difensore del 25enne – questa mattina ha ribadito la sua versione dei fatti”.
Il violento episodio risale come detto alla sera dell’Antivigilia di Natale. Michele avrebbe sferrato il fendente per difendersi da un’aggressione subita da parte di altri due ragazzi “che conosceva solo di vista” ha specificato il difensore.
Tutto sarebbe nato da un battibecco tra i tre fuori da un bar, a Maggianico: “Ha raccontato che ad un certo punto i due con cui aveva avuto una discussione lo hanno buttato a terra, colpendolo. A quel punto ha detto di aver tirato fuori il coltello e di aver colpito uno dei due: non aveva come obiettivo uno o l’altro, voleva solo difendersi dall’aggressione che stava subendo. Dopo i fatti è scappato”. Due ore dopo però Valsecchi si è presentato dai Carabinieri, spontaneamente, costituendosi. Il giovane come appreso aveva precedenti per guida in stato di ebbrezza.
Il 35enne, ferito all’addome, si era invece recato in Pronto Soccorso accompagnato da alcuni amici per ricevere le cure del caso.
Michele Valsecchi resta in carcere a Pescarenico dove, da settembre, è rinchiuso anche il padre, Stefano Valsecchi, il 54enne di Calolzio autore dell’omicidio di Salvatore De Fazio, freddato a colpi di pistola a Olginate lo scorso 13 settembre. I due episodi, ha chiarito l’avvocato Perillo, non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro. Padre e figlio si sono incontrati il giorno di Natale, a distanza (il giovane è in quarantena preventiva per il Covid).
Il legale ha annunciato l’intenzione di chiedere il riesame o avanzare richiesta di revoca della misura cautelare.