Il Gruppo Aiuto Mesotelioma ha raccolto le testimonianze degli ex dipendenti Leuci
Possibile l’esposizione alle fibre d’amianto, in tre hanno fatto richiesta all’Inps
LECCO – “Nella ditta Leuci di Lecco l’amianto non era presente solo sui tetti e nelle tubazioni del riscaldamento, come lo testimoniano le bonifiche eseguite e ancora da terminare”e “le testimonianze di molti ex operai che lavoravano a contatto della fibra killer senza alcuna tutela o senza essere informati del pericolo”.
La denuncia arriva dal Gruppo Aiuto Mesotelioma che da tempo si è interessato alla situazione dell’eternit presente (e rimosso con la recente bonifica) all’ex fabbrica di lampadine che ha raccolto i racconti degli allora lavoratori.
Testimonianze che, spiegano dall’associazione, sono state riportante nei colloqui con il legale del Gam avvocato Roberto Molteni e del medico legale Dott. Edoardo Bai. Il medico “ha esteso una perizia accurata dalla quale emerge che l’amianto era presente non solo nella catena lavorativa, ma anche in alcuni indumenti indossati”
“Alla base di quanto raccolto – spiegano dal GAM – il dott. Bai ha concluso sulla stessa perizia che può esserci una esposizione qualificata ossia un’esposizione all’amianto superiore alle 100 fibre per litro al che legittima i lavoratori a richiedere i benefici pensionistici per l’esposizione all’amianto”
L’avvocato Molteni ha così presentato all’INPS una richiesta per ottenere i benefici previdenziali inizialmente per tre ex operai.
“Per gli operai che si sono rivolti al Gam è stata presentata presso la medicina legale , una richiesta di sorveglianza sanitaria prevista dalla legge , ma che nessuno ha mai richiesto” concludono dal Gruppo Aiuto Mesotelioma.
L’associazione esorta tutti i lavoratori che hanno lavorato a contatto con l’amianto di rivolgersi all’associazione previo appuntamento al 3290915734 o info@gruppoaiutomesotelioma.org