Disordini a Lecco durante le commemorazioni del 28 aprile, la Digos indaga

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Dopo i tafferugli in piazza Diaz a Lecco, il Procuratore Basso coordina l’avvio delle indagini

LECCO – Sono già state avviate le indagini da parte della Digos di Lecco, che ha trasmesso un primo rapporto all’Autorità Giudiziaria in merito ai disordini avvenuti ieri pomeriggio in città durante le celebrazioni legate alla memoria della Repubblica Sociale Italiana e la concomitante contromanifestazione promossa dall’ANPI. Oggi, il Procuratore della Repubblica, dott. Ezio Domenico Basso, ha presieduto una riunione operativa per coordinare le prossime fasi investigative e individuare i responsabili dei reati ipotizzati.

Un pomeriggio ad alta tensione, quello vissuto a Lecco, dove alla presenza di due appuntamenti ufficiali si è sommata una terza iniziativa non autorizzata, sfociata in momenti di tensione con le forze dell’ordine. Mentre le commemorazioni si svolgevano regolarmente — da un lato, in via Cantarelli presso la lapide della R.S.I.; dall’altro, in Largo Montenero con l’iniziativa dell’ANPI — circa 200 persone, in gran parte riconducibili all’area anarchica e alla sinistra radicale, si sono mobilitate spontaneamente per ostacolare la cerimonia in memoria dei caduti repubblichini.

Intorno al tardo pomeriggio, il gruppo si è radunato nei pressi dell’ex Officina Badoni, in Corso Matteotti. Secondo quanto riferito dalla Questura, i manifestanti hanno tentato per almeno tre volte di raggiungere lo stadio Rigamonti-Ceppi, venendo respinti dagli agenti. A seguito di questi tentativi falliti, il corteo si è frammentato, per poi ricompattarsi in Largo Caleotto, dove ha occupato per alcuni minuti una rotatoria, bloccando il traffico.

Il momento più critico è avvenuto in piazza Diaz, quando circa cinquanta manifestanti hanno fatto irruzione nel cortile del Municipio mentre all’interno era in corso una seduta del Consiglio Comunale. Alcuni hanno cercato di forzare l’ingresso, lanciando pietre e altri oggetti contro le forze dell’ordine. Solo il rapido intervento del dispositivo di sicurezza ha evitato conseguenze peggiori.

Il corteo si è poi disperso nelle vie limitrofe, mentre il dispositivo messo in campo dalla Questura — con il supporto del Reparto Mobile di Milano e Torino, dei Carabinieri e della Polizia Locale — ha efficacemente impedito ogni contatto tra le opposte fazioni presenti in città. Le due manifestazioni ufficiali si sono concluse senza incidenti.

Resta ora da chiarire l’identità degli autori dei disordini e le eventuali responsabilità penali. Il lavoro degli inquirenti si concentrerà nei prossimi giorni sulla ricostruzione degli eventi e sull’analisi del materiale video e fotografico raccolto durante le operazioni di contenimento.

Per molti cittadini lecchesi, l’episodio rappresenta un campanello d’allarme sul perdurare di fratture irrisolte legate alla memoria storica del Novecento. Una giornata complessa, gestita con prontezza dalle forze dell’ordine, ma che lascia aperti interrogativi profondi sul clima politico e culturale della città.