L’addio a Andrea Marco Castagna: “Resterai vivo nei nostri cuori”

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In Basilica San Nicolò l’ultimo saluto all’imprenditore morto in un tragico incidente in Statale 36

Il toccante saluto della moglie e dei tre figli: “Eri amore”

LECCO – La comunità lecchese si è stretta in Basilica di San Nicolò questo pomeriggio per dire addio a Andrea Marco Castagna, l’imprenditore 48enne tragicamente scomparso in un incidente stradale lo scorso lunedì lungo la Statale 36. Castagna, titolare dell’omonima attività Ortopedia Castagna, era conosciutissimo in città e il dramma che ha colpito la famiglia ha toccato profondamente la comunità e i tanti, tantissimi che lo conoscevano.

Piena la Basilica, molte le persone in piedi: un tributo ad un uomo apprezzato e stimato. In prima fila la famiglia, la moglie Arabella, insieme ai tre figli, Valentina, Davide e Martina, la madre, la sorella, i nipoti. E poi i colleghi e gli amici di una vita. Stretti in un silenzio e in un dolore difficile da spiegare.
Prima dell’inizio della cerimonia Don Giuseppe Buzzi ha letto le toccanti parole della moglie Arabella: “Voglio celebrare la bellezza infinita dei nostri viaggi e dei nostri anni. Sei stato un marito e un padre attento e amorevole. Eri un gigante dal cuore tenero, capace di portare leggerezza e gioia ovunque andassi ma anche umanità e cuore. Hai dato tutto te stesso in tutto quello che facevi, famiglia, ricerca spirituale e lavoro. Non ti risparmiavi mai. Ci mancheranno la tua leggerezza, il tuo sorriso, i tuoi occhi pieni di vita, sinceri. Prima eravamo una coppia, ora siamo uno nell’amore. Sei vivo nel mio cuore, totalmente presente, e in questo essere c’è gioia infinita. Ti amo, da sempre e per sempre, mio caro amore Andrea. La tua Abi”.

“La tua morte così violenta a causa di altri, ci strappa ancora di più il cuore – ha detto durante l’omelia Don Giuseppe – il dolore non si cancella ma si purificherà di serenità. E’ forte il sentimento che, ripensandoti nella tua persona dolce, affabile, accogliente, solare e densa di vitalità, hai infuso in tua moglie e ai tuoi figli che oggi vorrebbero abbracciarti ancora. Ma tu ci lasci la tua glorificazione in Gesù Cristo nelle dimensioni e presenze che noi non possiamo raggiungere, perché sei tu a farlo ,anche senza contatto corporeo. Non è una distanza, è l’eterno che ci avvolge impalpabile”.

Strazianti le parole che i tre figli hanno voluto rivolgere al padre: “Caro papi – il pensiero di Valentina – non so quante volte di devo ringraziare per quello che hai fatto per me, per tutti i sacrifici che hai sostenuto, come quando sono andata a studiare un anno in America. Facevi di tutto per strapparmi un sorriso, mi hai sempre supportata nei momenti di difficoltà e te ne sarò sempre grata. Da fuori sembravi un duro ma proteggevi quell’animo sensibile e  tenero che tutti avrebbero dovuto conoscere. Mi dispiace per tutte quelle volte che sono stata distaccata da te, ora farei di tutto per un tuo abbraccio. Non mi sono mai accorta veramente di quanto mi amassi”.

“Mi manchi veramente tanto, ogni giorno, ogni istante, eppure sento che ci sei ancora – il pensiero di Martina, letto dal fratello Davide – hai un cuore che spacca, illumina tutto il mondo di una luce potente. Eri la mia protezione, il mio rifugio, un punto di riferimento, avevo sempre bisogno della tua presenza. Mi facevi sentire completa e protetta. Ti amo e ti amerò alla follia”.

“Dentro di me pensavo ‘non mi devo preoccupare, c’è il mio papà’, ora come farò? A chi dirò ‘ah si, ci pensa papi’, ‘ti piace papi?’, ‘grazie papi’. Ora tocca a me, proteggerò la mamma e le mie sorelle, sarò il sostengo di cui avranno bisogno. La cosa migliore che possa fare adesso è stare nell’amore, la vera medicina per me. Non voglio ridurre una vita intera ad un singolo episodio di 5 secondi che ti ha portato via, anche se non pensarci è difficile. Sii espressione di amore puro ed eterno, non solo per noi ma per tutti coloro che ti hanno conosciuto e amato” le riflessioni del figlio Davide.

Ha chiuso la cerimonia un breve e sentito ricordo di Don Andrea Lotterio, parroco di Malgrate e amico di Andrea: “L’ho conosciuto quando frequentava la 4^ elementare al Collegio Volta, ero appena diventato sacerdote. Andrea mi mise alla prova, per scherzare gli dicevo che mi ‘rovinava il nome’, anche se ovviamente, con un nome così, non poteva che essere tra i miei preferiti. Quello che è successo non è stato il volere di Dio, ma vuole dirci che Dio è con noi, e anche Andrea continuerà ad esserlo, in un altro modo”.