Da sempre iscritta alla sezione Anpi Lario Orientale, il ricordo del presidente Citterio
“Aveva 19 anni quando a Introzzo rischiava le torture e la vita per portare cibo ai partigiani sulle nostre montagne”
MANDELLO – E’ profondo il dolore a Mandello per la morte di Adriana Pasut vedova Maggi, partigiana da sempre iscritta alla sezione Anpi Lario Orientale. Morta all’età di 98 anni era sposata con Ferdinando Maggi (scomparso nel 2006), a cui è intitolata la sede della Cgil e dello Spi di Mandello, fu proprio lei nel novembre 2014 a tagliare il nastro durante l’inaugurazione.
La sezione dell’Anpi Lario Orientale guidata dal presidente Roberto Citterio, unitamente al Comitato Provinciale di Lecco guidato da Enrico Avagnina, si sono uniti al cordoglio dei figli Eros e Nikos: “Staffetta partigiana, sorella di Domenico, uno dei martiri della Resistenza fucilato dai fascisti a Fiumelatte, Adriana, che aveva 19 anni nel 1943, quando a Introzzo rischiava le torture e la vita per portare cibo ai partigiani sulle nostre montagne, ci ha lasciato un ricordo recentissimo quando, in occasione dei miei auguri per il 25 aprile di quest’anno, mi chiese di ricordare nel mio discorso alla manifestazione di Dervio, un suo
ricordo particolare: quello di aver abbracciato e perdonato la moglie di uno dei fascisti che uccisero suo fratello – ricordano dall’Anpi -. Perché, mi disse Adriana, i partigiani non combatterono per spirito di vendetta, ma per ideali di libertà e di giustizia sociale“.
Il Comitato Provinciale di Lecco e la Sezione Lario Orientale parteciperanno ai funerali che saranno celebrati venerdì 30 settembre alle ore 14.30 nella chiesa di San Lorenzo a Mandello: “Tuttavia, ricorderemo Adriana con le nostre attività e le nostre lotte quotidiane, in nome di un antifascismo che, ancora in quest’ultima campagna elettorale, è stato troppo spesso trattato come un retaggio del passato. La realtà è che non solo la democrazia è un bene mai acquisito per sempre, ma troppo spesso in Italia ritornano fantasmi di intolleranza verso chi è debole, diverso (per razza, religione, abilità fisica, tendenza sessuale e altro), non allineato a presunti valori ‘tipici’ del popolo italiano. Tutti atteggiamenti che, la storia ci insegna, sono stati il presupposto culturale del fascismo. Vogliamo, infine, evidenziare come Adriana ben si inserisca in quel dibattito e quegli studi, resi più vivaci in questi ultimi anni, sul ruolo delle donne della Resistenza, spesso dipinto come di mero supporto quando, invece, con una costante attività non sulle montagne ma nei paesi e nelle città, vicine agli invasori nazisti e ai traditori fascisti, rischiavano ben oltre la morte in battaglia”.
Adriana Pasut lascia i figli Eros e Nikos. I funerali saranno celebrati venerdì 30 settembre alle ore 14.30 nella chiesa arcipretale di San Lorenzo.