MERATE – Venti indagati per reati contro la pubblica amministrazione e appalti ritenuti irregolari per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro, tra i quali la ristrutturazione dell’ospedale Mandic di Merate: è l’esito di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Chiavenna in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato.
Un’indagine partita nel 2010 che, secondo quanto spiegato dalla Fiamme Gialle, avrebbe smascherato “un’associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione” facendo emergere “condotte corruttive, turbata libertà degli incanti ed emissioni e annotazione di fatture relative ad operazioni inesistenti”.
“Si tratta di un’evoluzione delle perquisizioni effettuate nel 2013 insieme al Corpo Forestale dello Stato, l’indagine è stata portata avanti dalla Guardia di Finanza visto l’emergere di reati specifici di tipo finanziario” spiega il tenente Riccardo D’Uva, comandante della tenenza di Chiavenna delle Fiamme Gialle.
Nel dicembre del 2013, infatti, gli agenti della Forestale avevano perquisito gli uffici dell’Azienda Ospedaliera di Lecco. Diversi sarebbero gli indagati relativi al caso del Mandic, tra dipendenti dell’Azienda Ospedaliera e partecipanti di almeno due gare d’appalto relative ai lavori di ristrutturazione del nosocomio. Le accuse che verrebbero mosse nei loro confronti sono di corruzione e turbativa d’asta.
Le irregolarità evidenziate dai finanzieri sarebbero emerse in gare a procedura negoziata, ovvero con un numero limitato di partecipanti scelti in base a criteri specifici dall’ente appaltante, nel caso specifico l’Azienda Ospedaliera.
Oltre all’appalto riguardante il nosocomio meratese, i finanzieri avrebbero riscontrato irregolarità anche nelle opere di riqualificazione di viale Ripamonti di Milano, nella predisposizione dell’area per la costruzione del campo base di Expo, nella riqualificazione del sistema viario di Cascina Gobba di Milano e nei lavori all’area ex Michelin di Trento. Il totale degli appalti passato al setaccio dalle Fiamme Gialle raggiunge una cifra di circa 250 milioni di euro.
“L’attività d’indagine si è sviluppata con intercettazioni ambientali e telefoniche, con oltre 210 mila telefonate intercettate, una cinquantina di perquisizioni in enti pubblici, società e abitazioni private nelle province di Sondrio, Milano, Lecco, Como, Pavia, Brescia, Cremona – prosegue il comandante della tenenza di Chiavenna – Abbiamo approfondito la posizione di 25 società, alcune con sede all’estero in paradisi fiscali. Ne è emersa un’associazione per delinquere con cuore in provincia di Sondrio che riusciva a interferire sugli appalti di altre province del Nord”.
Alle gare truccate si affiancherebbe anche il reato di false fatturazioni, propedeutiche a vincere gli appalti, creando delle finte associazioni temporanee di impresa per ottenere un punteggio SOA concorrenziale rispetto agli altri partecipanti, oppure per creare illeciti guadagni, “gonfiando” i costi dei lavori.
Complessivamente la Guardia di Finanza avrebbe rilevato fatturazioni su operazioni inesistenti per un valore complessivo di 60 milioni di euro.
L’indagine, coordinata prima dalla Procura di Sondrio, è stata successivamente trasferita a Milano per competenza. Giovedì la firma da parte del sostituto procuratore Paolo Nicola Filippini dell’avviso di conclusione delle indagini e l’avviso di garanzia nei confronti di 20 persone e 2 nei confronti dei legali rappresentati di due società.
Nel corso dell’attività degli inquirenti, grazie alle intercettazioni, sono stati anche identificati i responsabili del danneggiamento della statua della Madonnina al Pirellone dalla quale era stata asportata una stella che compone l’aureola; un gesto fatto per “scaramanzia” secondo quanto emerso.