89 anni, allevatore di professione, era conosciuto e stimato da tutti
Tante le persone presenti questa mattina, giovedì, al funerale di Mario ‘Tuleta’ Ferrario
MERATE – Un uomo che, nella sua vita, è stato capace di raccontare, custodire e vivere. Sono queste le parole con cui il prevosto don Luigi Peraboni ha sintetizzato questa mattina, giovedì, durante il funerale, il profilo di Mario “Tuleta” Ferrario, scomparso martedì all’età di 89 anni.
Volto noto e stimato in tutta la città, sempre in giro, fino a che le condizioni di salute glielo hanno permesso, con la sua fidata bicicletta, Ferrario rappresentava anche una delle ultime testimonianze di un mondo contadino che ormai a Merate quasi non c’è più. Allevatore nei campi vicino alla “sua” Cascina San Sebastiano, lungo la strada che dal cimitero porta a Sartirana, era un uomo che non stava mai fermo.
Custode di una saggezza popolare e dotato di un’intelligenza fine e arguta, gioviale, simpatico, dalla battuta sempre pronta, era sempre pronto a scambiare due chiacchiere con tutti, raccontando i tanti aneddoti e le vicissitudini di una vita vissuta con energia e senza mai risparmiarsi. Non a caso, il prevosto ha voluto porre l’accento, durante il funerale, proprio sulla sua capacità di vivere fino in fondo e nel profondo la vita.
“Mario aveva una capacità preziosa. Le cose, le esperienze, le persone ci scivolo addosso come l’acqua. Lui invece ci ha insegnato l’importanza di custodire, non tutto perché è impossibile, ma le cose significative. E così, il suo raccontare e il suo custodire le esperienze diventavano il suo vivere”.
Volontario dei pompieri di Merate, oggi presenti al funerale con una delegazione di due rappresentanti e il gagliardetto del Comune, Ferrario era anche un amante del gioco delle carte e una presenza fissa ai tornei al centro anziani di piazza don Minzoni. La sua morte ha suscitato tanto cordoglio a dimostrazione del grande affetto nutrito nei suoi confronti.
Lascia i figli Roberto, Graziella e Stefano e gli adorati nipoti.