La riserva è stata chiusa per motivi precauzionali e igienici
Migliaia di esemplari morti, l’idrobiologo: “Ora vanno create delle sacche di sopravvivenza pompando acqua nuova nel lago”
MERATE – E’ la mancanza di ossigeno nell’acqua la causa della moria di pesci nel lago di Sartirana, a Merate. Questo quanto emerso dal sopralluogo effettuato questa mattina, mercoledì, dall’idrobiologo Alberto Negri, giunto nella riserva insieme al vice presidente della sezione di Lecco della Federazione Italiana di Pesca Mario Bandera per fare luce sull’accaduto.
I primi esemplari morti erano stati rinvenuti nella giornata di ieri, martedì, da alcuni pescatori sulle rive del lago di Sartirana. A lanciare l’allarme era stato lo stesso Bandera, segnalando l’accaduto alla Polizia provinciale e all’Arpa. Centinaia e centinaia i pesci trovati senza vita. “Un vero disastro – aveva commentato il presidente Fipsas Lecco Stefano Simonetti – è una giornata davvero triste per la fauna ittica e che ci deve fare riflettere”.
Nella mattinata di oggi il dottor Negri, che si sta occupando di uno studio per il risanamento delle acque del lago di Sartirana, ha effettuato alcuni campionamenti per analizzare i valori e cercare di capire la causa della moria. Stando a quanto emerso, il problema è proprio la mancanza di ossigeno nell’acqua. Un problema ‘storico’ del Lago di Sartirana, di origine morenica, e verosimilmente acuito dalle ultime abbondanti precipitazioni.
Sul posto, oltre a Negri e a Bandera, si sono portati il sindaco Massimo Panzeri, il consigliere di maggioranza Fabio Tamandi e Paolo Centemero e i colleghi di minoranza Aldo Castelli e Roberto Perego. Presenti anche i Vigili del Fuoco.
La riserva naturale è stata temporaneamente chiusa al pubblico per questioni igieniche e precauzionali dagli agenti della Polizia locale che hanno effettuato il giro del lago invitando le persone in quel momento presenti a uscire. Nel corso della mattinata sono arrivati anche gli agenti della Polizia provinciale che ieri avevano già prelevato dei campioni di acqua e di pesci morti per effettuare delle analisi.
“Il peggio dovrebbe essere passato – ha dichiarato Negri appena concluso il giro di perlustrazione dello specchio lacustre – dall’analisi dei primi campioni è emerso che il livello di ossigeno è 2.1 in superficie e 1.7 sul fondo, dunque molto basso ma probabilmente questa mattina presto e ieri era ancora più basso, se non vicino allo zero. La causa della moria è sicuramente la mancanza di ossigeno. Il perché di questa situazione potrebbe essere spiegato con l’abbondante fioritura di cianobatteri che ha creato diversi squilibri nel lago e un eccesso di fosforo. I temporali degli ultimi giorni non hanno aiutato. Ora a preoccupare è l’eccesso di ammoniaca e di azoto nitroso che sono due fattori che possono contribuire alla mortalità della fauna ittica”.
“L’unica cosa che possiamo fare – ha concluso l’esperto – è creare delle isole di sopravvivenza pompando acqua ricca di ossigeno in mezzo al lago”.
Proprio per questo motivo i Vigili del Fuoco sia di Lecco che di Merate sono giunti in loco con delle pompe per immettere acqua nel lago nella speranza di poter ossigenare lo specchio d’acqua. Le operazioni dovrebbero continuare anche nella giornata di domani, giovedì. Nel pomeriggio invece i pescatori si concentreranno sulla rimozione dei pesci morti che ancora oggi affioravano sulle acque e di quelli rimasti incastrati nel canneto.
Per tutta la giornata di oggi, così come già fatto ieri, i volontari della Fipsas e della società Briantea di pescatori, presieduta da Giorgio Fumagalli, si sono rimboccati le maniche per estrarre i pesci morti delle acque. Presente anche il direttore delle Riserva del Lago Mauro Brambilla. Per permettere il recupero dei pesci morti è stato necessario organizzare un giro straordinario di raccolta tramite Silea.
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