La sentenza sul crollo del Ponte di Annone è stata emessa questa mattina, lunedì, in Tribunale a Lecco
Condannati Salvatore (Anas), Valsecchi e Sesana (Provincia di Lecco). Assolta Garbelli (Provincia di Bergamo)
LECCO – Tre condanne e un’assoluzione. Si è chiuso così il processo (di primo grado) per il crollo del ponte di Annone, avvenuto il 28 ottobre 2016, in cui perse la vita il civatese Claudio Bertini e rimasero ferite sei persone.
Al termine del procedimento, che ha visto salire sul banco degli imputati dirigenti della Provincia di Lecco e di Bergamo e dell’Anas chiamati a rispondere dei reati di omicidio e lesioni colpose e disastro colposo, il giudice Enrico Manzi ha emesso questa mattina, lunedì 6 settembre, una sentenza di condanna nei confronti dei due dirigenti della Provincia di Lecco e del dirigente di Anas.
Il magistrato, dopo una attenta riflessione come da lui stesso spiegato, ha rivalutato in reati stradali i capi di accusa di omicidio e lesioni colpose e quindi li ha convertiti in omicidio stradale e lesioni stradali. E’ rimasta invariata invece la contestazione del reato di disastro colposo.
Condanne e interdizioni dai pubblici uffici
L’ingegner Angelo Valsecchi, a suo tempo dirigente della Provincia di Lecco, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi.
Pena a 3 anni e 6 mesi per l’ingegner Giovanni Salvatore di Anas mentre l’ingegner Andrea Sesana, funzionario della Provincia di Lecco, è stato condannato a 3 anni.
Il giudice ha altresì stabilito la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (che potrà essere applicata, se confermata, alla fine dei tre gradi di giudizio) a tutti i tre imputati per un tempo corrispondente a quello della condanna, oltre che al pagamento delle spese legali e ha concesso loro le attenuanti generiche per buon comportamento processuale e le attenuanti speciali di concorso di colpa.
Gli avvocati difensori hanno già annunciato che faranno appello: “Aspetteremo le motivazioni prima di farci un’opinione concreta sulla sentenza, certo è che Angelo Valsecchi, già fin da ora, ribadisce la sua innocenza” ha commentato l’avvocato Edoardo Fumagalli.
“E’ stato un processo complesso che ha avuto come esito una sentenza complessa – ha sottolineato Stefano Pelizzari, difensore dell’ing. Sesana – la riqualificazione del capo di accusa in omicidio stradale ha due effetti, uno positivo per l’imputato che è una circostanza attenuante e uno negativo perché raddoppia i termini della prescrizione. Riteniamo che si possa comunque arrivare, nei prossimi gradi di giudizio, ad una sentenza positiva per il mio assistito”.
Assolta la funzionaria della Provincia di Bergamo
Assolto perché il fatto non costituisce reato l’architetto Silvia Garbelli, il funzionario della Provincia di Bergamo che aveva firmato l’autorizzazione al transito del mezzo pesante, sotto il cui peso crollò il cavalcavia tra Annone e Suello.
“Siamo molto soddisfatti e profondamente convinti che sia una sentenza giusta” hanno sottolineato i suoi legali.
“Fino a questa mattina non sapevo cosa sperare, sono contenta – ha spiegato la stessa Garbelli – Ero sicura e serena per quanto avevo fatto ma essere qui e dover affrontare il processo non mi lasciava tranquilla”.
Atti rinviati in procura per nuovi accertamenti
Il giudice ha inoltre rinviato gli atti alla procura per ulteriori accertamenti su altri soggetti coinvolti nella vicenda, in particolare sarà con tutta probabilità vagliata la posizione dell’azienda di trasporti bergamasca, proprietaria del mezzo pesante transitato nel momento del crollo.
Il giudice Manzi ha infine respinto la richiesta di risarcimento avanzata dal Codacons che si era presentata come parte civile al processo. Proprio il rappresentante legale dell’associazione era intervenuto in aula questa mattina, ribadendo le ragioni dell’ente di tutela dei consumatori.
L’avvocato della famiglia Bertini: “Emerse altre responsabilità, giusto il rinvio alla Procura”
Presente in aula anche la vedova Bertini, Augusta Brusadelli, che non ha voluto commentare direttamente la sentenza.
“Crediamo sia una sentenza coerente con i risultati dell’istruttoria – ha commentato il suo legale, l’avv. Biagio Giancola – ci ha un po’ sorpreso l’assoluzione dell’arch. Garbelli ma leggeremo le motivazioni”.
“Siamo invece assolutamente d’accordo – ha aggiunto – con il rinvio degli atti in Procura perché oltre a quelle degli imputati ci sono evidenti responsabilità anche di altre persone che hanno concorso a realizzare il fatto”.
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