Le indagini della Polizia sullo spaccio di droga nei boschi del lecchese
Venti di indagati, due gli arrestati. A Bosisio pusher braccato dagli agenti
LECCO – La Squadra Mobile della Questura di Lecco chiude il cerchio sul fenomeno dello spaccio di droga nel lecchese: dopo otto mesi di indagini sono venti le persone che risultano indagate, per quattro di loro è stata chiesta e ottenuta la custodia cautelare in carcere, due sono stati individuati e arrestati. Ben 1500 sono invece i consumatori identificati, 8500 le cessioni di droga certificate per un giro di affari di oltre 250 mila euro.
Cocaina, hashish ma anche eroina tra le droghe vendute, “quest’ultima sempre più diffusa per il suo prezzo inferiore rispetto alla cocaina – che si aggirerebbe tra i 40 e i 50 euro a dose – iniettata o fumata con effetti devastanti”. E’ il dirigente della Squadra Mobile, il commissario capo Danilo Di Laura, a fare il punto del lavoro svolto dagli inquirenti per contrastare il fenomeno della droga sul territorio lecchese.
“Da tempo monitoriamo il territorio e i controlli si sono ulteriormente intensificati dopo la sparatoria nel bosco sopra l’abitato di Laorca, dove spacciatori marocchini sono rimasti vittime di aggressione da parte di spacciatori albanesi, macedoni e italiani per una contesa di territorio. Nell’arco di 24 ore, il nostro personale è riuscito ad individuare il responsabile che oggi è in carcere”.
Le manette sono scattate per un 23enne di origine macedone, residente a Introbio con la famiglia, accusato di tentato omicidio (leggi l’articolo). “Da allora la zona è sotto stretta osservazione e continuano costanti i passaggi delle Volanti sulla strada per scoraggiare i consumatori”.
Sempre sulle strade, sono stati controllati 120 veicoli e 200 automobilisti mentre, grazie al sistema ‘Mercurio’ con telecamera fissa equipaggiata sulle auto di servizio del repoarto Anticrimine di Milano, sono state verificate le targhe di 400 automezzi.
Il bosco della droga di Civate
La Polizia ha passato al setaccio i boschi, non solo della parte alta di Lecco, ma anche di Civate e della Brianza lecchese già noti luoghi di spaccio. Proprio a Civate, nell’area dell’ex Black&Decker è stato arrestato Rida El Ataoui, cittadino marocchino, classe 1998, con 40 dosi di cocaina.
Di nuovo a Civate, gli inquirenti hanno chiuso l’indagine ‘Striscia 2019’ nata dal servizio di Striscia la Notizia che ha reso noto all’opinione pubblica situazione del ‘bosco della droga’ alle spalle della stazione. “C’è stato un ricambio di spacciatori rispetto a quanto fatto emergere dal servizio televisivo” ha spiegato il dirigente della Mobile.
Venti le persone indagate, tutte di origine magrebina, per quattro di loro è scattata la misura cautelare in carcere. Uno di questi, Noureddine Guerri (detto Nino) algerino classe 1956 e clandestino in Italia, il 21 ottobre è stato fermato in stazione a Lecco. Gli agenti lo hanno atteso al binario bloccando appena sceso dal Besanino.
Spacciatore inseguito nel bosco di Bosisio
Un secondo indagato è stato invece individuato nei boschi di Bosisio Parini. “Non è stato semplice – spiega Di Laura – gli spacciatori hanno ‘raffinato’ il loro modo di agire per evitare di essere identificati e restare occulti: usufruiscono della disponibilità di tossicodipendenti che portano, al posto loro, la droga ai clienti, facendosi anche scarrozzare in auto verso le loro abitazioni o altri luoghi di spaccio”.
A Bosisio il sistema prevedeva quattro punti d’incontro con i consumatori, alle estremità opposte dell’aera boschiva per consentire agli spacciatori di non restare fermi in un unico punto e dare meno nell’occhio. Nel bosco, così come già accaduto in passato, sono stati trovati bivacchi dove i pusher sostavano in attesa delle chiamate dei clienti.
Il 29 ottobre, in un’operazione con il reparto anticrimine di Milano e il nucleo Cinofili, i poliziotti in borghese scovano lo spacciatore indagato che, capendo di essere davanti a poliziotti, prova a scappare ma è stato inseguito e fermato. Si tratta di Salah El Kadiri, classe 1986 di origine algerina e clandestino.
Oltre alla droga, i poliziotti nel suo zaino hanno trovato soldi e pure un assegno circolare probabilmente ceduto da un consumatore
Una domanda altissima di droga alimenta lo spaccio
Sono state le testimonianze dei clienti ad aiutare i poliziotti nel ricostruire la rete di vendita dello stupefacente. “Purtroppo, come forze di polizia, possiamo solo contrastare l’attività di spaccio di stupefacenti che ancora oggi ha una domanda enorme anche sul nostro territorio. La droga è un fenomeno sociale”.