In tantissimi al momento di preghiera per la mamma e la figlia morte nell’incidente sulla SS36
La famiglia delle vittime: “Non ci aspettavamo un calore e un affetto così grande, grazie di cuore a tutti”
GARLATE – Nemmeno il piazzale dell’oratorio di Garlate è riuscito a contenere le centinaia di persone che, nel pomeriggio di oggi, hanno partecipato a un primo momento di preghiera per dire addio ad Aida e Maimouna, madre e figlia morte nel terribile incidente sulla Statale 36 avvenuto mercoledì scorso.
Centinaia di persone, di religioni differenti, ma che hanno fatto sentire alla famiglia, originaria del Senegal, di essere tutti parte di una stessa comunità, specialmente in un momento di dolore immenso: “Siamo qui per pregare assieme, un’azione che è comune a tutte le religioni e a tutte le fedi. Cristiani, mussulmani, ebrei condividono la stessa radice, lo stesso Dio che poi, per tanti motivi, si è declinato in modo diverso – ha detto Don Matteo Gignoli -. A lui oggi ci rivolgiamo e lo facciamo pregando Maria che è una figura importante anche nella tradizione Mussulmana, nel Corano. Domani, alle ore 15, nella moschea di Chiuso ci sarà la preghiera mussulmana e, anche lì, siete tutti attesi”.
“Al di là delle nostre provenienze, al di là delle nostre religioni, ci stringiamo come comunità che piange due vite che si sono interrotte proprio nel cuore del loro dare – ha continuato don Matteo -. Non ci sono parole per descrivere il dolore che i famigliari stanno vivendo, ma questa presenza è molto preziosa perché dice che noi uomini siamo tutti legati gli uni con gli altri. Vivere insieme in un posto, fare insieme delle cose, frequentarsi, stringere tra noi dei legami… legami che ci sorreggono proprio quando sentiamo che la terra ci viene tolta da sotto i piedi dalle vicende della vita. La nostra preghiera è chiedere che Aida e Maimouna siano nella luce del loro Dio e che, dove sono, possano continuare a vegliare e proteggere coloro che hanno amato”.
Anche il sindaco di Garlate Giuseppe Conti ha partecipato al momento di preghiera: “Noi vi sentiamo parte da sempre della nostra comunità. Siamo cresciuti insieme, abbiamo camminato insieme e anche oggi siamo qui per condividere un pezzo di strada che purtroppo, seppur doloroso, va percorso. Vogliamo ricordare Aida e Maimouna perché custodirle nel nostro cuore è un po’ come non lasciarle mai andare. Il vostro dolore è il nostro dolore, è come se tutti avessimo ricevuto un pugno nello stomaco perché noi siamo comunità. Noi ci siamo, per qualunque cosa e in qualunque momento, perché questo percorso così doloroso può portarci ad essere ancora più uniti. La comunità serve perché nessuno deve essere lasciato solo, perciò vi rivolgo un abbraccio che non è solo mio ma di tutta Garlate“.
Uno dopo l’altro hanno preso la parola i figli di Aida che hanno ricordato affettuosamente, con la voce rotta dal pianto, la mamma e la sorella: “Vogliamo ricordare la donna che ci ha cresciuto e che ci ha dato una sana e bellissima educazione, una mamma che si è dedicata completamente a noi. Vogliamo ricordare una sorella che era nel cuore di tutti noi e che non ha mai fatto un torto a nessuno. Lei è stata molto più di una sorella, ci ha fatto anche da mamma e da papà. Non ci aspettavamo un calore e un affetto così grande, grazie di cuore a tutti per la vostra vicinanza”.
Nel piccolo teatro e all’esterno, al termine della preghiera, è rimbombato un grosso applauso, mentre le numerose persone sono sfilate davanti alle fotografie di Aida e Maimouna, qualcuno ha lasciato un fiore, tutti hanno abbracciato una famiglia spezzata dal dolore. E domani, ore 15, un nuovo momento di raccoglimento sarà celebrato al Centro Islamico Assalam di Chiuso (Lecco).