Uccise Salvatore De Fazio a colpi di pistola a Olginate e ferì fratello Alfredo
Il Pubblico Ministero aveva chiesto 20 anni di carcere. La rabbia dei parenti della vittima che chiedevano una pena più severa
LECCO / OLGINATE – 19 anni e a 4 mesi di carcere: è questa la sentenza pronunciata nel tardo pomeriggio di oggi, martedì, in tribunale a Lecco al termine del processo con rito abbreviato nei confronti di Stefano Valsecchi, reo confesso della sparatoria avvenuta il 13 settembre dello scorso anno a Olginate, nella quale venne ucciso Salvatore De Fazio mentre il fratello Alfredo era rimasto gravemente ferito.
Una condanna pronunciata dal giudice Salvatore Catalano e accolta con rabbia dalla famiglia De Fazio, presente in aula come parte civile e rappresentata dagli avvocati Nadia Invernizzi e Luciano Bova.
Un cordone di sicurezza in tribunale
L’udienza era iniziata questa mattina. Vista la presenza numerosa dei familiari della vittima, si è preferito attendere ulteriori agenti di rinforzo dalla Questura, a formare un cordone di sicurezza nel corridoio del palazzo di giustizia, prima di trasferire l’imputato in aula. Stefano Valsecchi, 55enne calolziese, si è presentato quindi di fronte al giudice insieme all’avvocato difensore Marcello Perillo.
Omicidio e tentato omicidio le accuse a cui Valsecchi era chiamato a rispondere. Una vicenda legata ai malumori tra le due famiglie, alimentata dai violenti screzi tra i rispettivi figli e finita nel sangue in quella tragica domenica che si è consumata a Olginate.
All’indomani del ricovero in ospedale del figlio Michele, in nosocomio con una mandibola rotta, Stefano Valsecchi si era presentato a Olginate per incontrare i fratelli De Fazio. Il confronto era però degenerato e il calolziese ha estratto la pistola che aveva portato con sé, facendo fuoco: tre colpi quelli che hanno raggiunto e ucciso Salvatore De Fazio, uno il fratello Alfredo.
La richiesta del pubblico ministero e la sentenza
Per quei fatti, il pubblico ministero Paolo del Grosso aveva avanzato una richiesta di una pena a 20 anni di carcere. Le parti civili avevano già lamentato la mancata contestazione del premeditazione del gesto, che avrebbe portato il processo alla Corte di Assise di Como e aperto a possibili pene più severe, e hanno chiesto che il giudice non riconoscesse le attenuanti nei confronti di Valsecchi.
Al contrario, il legale della difesa ha invocato l’attenuante della provocazione e a chiesto che l’accusa di tentato omicidio, per il ferimento di Alfredo De Fazio, venisse derubricata in lesioni gravissime.
Il giudice Catalano ha mantenuto intatto l’impianto accusatorio, riconoscendo le attenuanti generiche e previsto delle provvisionali per la famiglia De Fazio. Le motivazioni della sentenza sono attese tra 90 giorni. “Faremo appello” è il commento dell’avvocato Perillo.
La rabbia fuori dall’aula
“La vita di mio fratello non può valere solo 19 anni” ha gridato una delle sorelle di Salvatore De Fazio.
I familiari hanno atteso che Stefano Valsecchi fosse accompagnato fuori dal tribunale dalla Polizia Penitenziaria e hanno sfogato la propria rabbia rivolgendo insulti al suo indirizzo, avvicinandosi alle pattuglie dei Carabinieri che scortavano il furgone per il trasporto del detenuto. Una rabbia che si è contenuta solo quando il mezzo della penitenziaria si è allontanato dal palazzo di giustizia.