VALMADRERA – Un sole caldo, più primaverile che autunnale, ha scaldato il piazzale della Chiesa Santo Spirito a Caserta, gremito di persone giunte da tutta la città per dare l’ultimo saluto ad Andrea Maltese, il giovane 32enne tragicamente scomparso domenica scorsa in un incidente stradale a Malgrate, lungo la strada Provinciale.
La chiesa non è riuscita a contenere tutti gli amici e i conoscenti: tanti dei presenti si sono così fermati sul piazzale e hanno seguito la messa grazie all’altoparlante posizionato all’esterno. Una folla silenziosa, stretta in un dolore che fatica a trovare risposte. Tra i presenti anche i vertici di Confcommercio, vicini alla madre di Andrea, Ambrogina Crimella, da anni impiegata nell’associazione commercianti, e quelli della Polstrada: il padre, Nicolò Maltese, era un ispettore della Polizia Stradale e prima del pensionamento era in servizio proprio a Lecco
“Tante sono le domande che ci poniamo: come mai è successo, come si poteva evitare. Perchè. – ha detto Don Isirodo Crepaldi, parroco di Valmadrera durante l’omelia – domande che rimangono aperte, ma noi oggi siamo qui, e la vostra numerosa presenza lo dimostra, per constatare quanto è importante e grande il dono della vita. La tragedia di Andrea ci interroga sul senso delle cose, sul bisogno di vivere una vita vera, al meglio, nella sua pienezza. E’ volontà del Padre che nulla vada perduto – ha continuato – in questo momento di dolore la porta nel cuore di Andrea si sta aprendo. Questo messaggio di speranza deve sostenerci oggi, il Signore guarderà alla sua passione per la vita, per lo sport, per la moto, per gli amici. La nostra preghiera oggi è per lui, perché il Signore lo resusciti e perché anche noi, da questa esperienza, possiamo trarre degli insegnamenti, per impegnarci nei valori grandi della vita, per crescere nella responsabilità delle nostre scelte”.
Al termine della cerimonia i volontari dell’Aido hanno letto la Preghiera del Donatore, in ricordo dell’ultimo e generoso gesto di Andrea e della sua famiglia che ha acconsentito alla donazione degli organi. Poi l’invito a tutti i presenti di riunirsi nel piazzale esterno alla chiesa. Il ricordo nitido e commosso di Andrea è emerso dalla lettera del cugino Alberto, letta da un familiare. “Ciao Andre, anzi Bisio, o meglio ancora Toso, il nome con cui eri conosciuto da tutti. O almeno tutti quelli che ti volevano bene. E’ troppo facile dire ‘era un bravo ragazzo’ quando si è passati a miglior vita. Ma tu lo eri veramente, con quel sorriso stampato sul viso che metteva allegria agli altri“.
“Non era un buon periodo per te ultimamente ma ti dicevo che la ruota gira per tutti. La tua si è bloccata improvvisamente, quando sarebbe bastato solo quel mezzo giro che avrebbe sistemato tutto per il meglio. Eravamo Cip e Ciop, tu il braccio e io la mente. Non è giusto andarsene così a 32 anni, in questo modo. Avevamo ancora una vita insieme. Trovo e provo solo tristezza pensando a tutte le cose che dovevamo ancora fare. Pensavo anche ad un futuro figlio, al nome che potevo dargli. Ora, se mai ne avrò, mi toccherà dargli il tuo, Andrea. E’ il minimo che io possa fare per ricordarti nel modo migliore possibile”.
“L’unica cosa che forse sistemerà il tutto sarà il tempo, quel maledetto tempo che ti è stato strappato troppo presto. Ti ricorderò per sempre con il tuo sorriso e la tua inconfondibile risata da rimba. Buon viaggio Andre, sappi che ti vorrò sempre un mondo di bene. Tuo cugino di sangue, ma fratello nel cuore”.
Uno scrosciante applauso ha accompagnato il corteo funebre. Alla cancellata della Chiesa gli amici hanno appeso uno striscione, con una foto sorridente di Andrea e una scritta: “A piedi camminavi, in macchina viaggiavi, in moto sognavi…Ciao Toso, che i tuoi sogni continuino per sempre”.