A scuola di cinema, con il corso della Dinamo Culturale

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LECCO – Per l’ottavo anno consecutivo, Dinamo Culturale presenta “Capire la storia del cinema”, il corso dedicato all’analisi e all’approfondimento di temi cinematografici. Si tratta di un corso unico nell’intero panorama italiano, un programma che ha vantato negli anni la collaborazione di addetti ai lavori di fama nazionale e internazionale. Il corso del 2011/2012 è suddiviso in diversi moduli tematici, ripartiti tra lezioni frontali, workshop seminariali e incontri con ospiti prestigiosi (i cui nomi verranno comunicati a corso avviato).

Il modulo più consistente si dedicherà a sondare ciò che ad oggi persiste dell’eredità culturale della Nouvelle Vague francese, il fulcro del rinnovamento del cinema avvenuto tra gli ultimi anni ’50 e i primi anni ’60 del secolo scorso. Ci si focalizzerà, in particolare, su quelle peculiarità della corrente che hanno finito per fecondare buona parte del cinema successivo, francese e non. Dalla serie su Antoine Doinel di François Truffaut, da cui nascerà la deriva intima e autobiografica di tanto cinema successivo, sino al rinnovamento radicale operato da Jacques Rivette, le cui opere sospese tra vita e finzione anticipano con notevole preveggenza molte delle riflessioni più ardite della postmodernità, saranno molti i protagonisti della Vague a venire analizzati con gli strumenti del presente.

Si darà particolare spazio ai lati meno noti del più importante fenomeno d’innovazione cinematografica del XX secolo, soffermandosi su un periodo poco studiato della produzione più politicizzata di Jean-Luc Godard (del quale s’indagherà il periodo di militanza nel collettivo Dziga Vertov) e alla varietà di produzione di una figura eclettica come Chris Marker, recentemente scomparso, che oltre ad essere stato un grande precorritore della modernità cinematografica è stato anche scrittore, critico letterario, traduttore e fotografo, e la cui versatilità creativa è stata presa ad esempio da molto cinema contemporaneo: le opere di Marker, infatti, spaziano dalla fantascienza al film saggio, dalla video installazione al film videogioco. Non si mancherà poi di affrontare il cinema, largamente inedito in Italia, dei due figli più precoci e talentuosi della Nouvelle Vague, Jean Eustache e Philippe Garrel. A coronare il modulo, interverranno poi una lezione speciale sulla fotografia francese degli anni ’60, condotta dall’ospite Gianni Cattaneo, e un’esclusiva tavola rotonda sull’eredità della Nouvelle Vague nel cinema francese contemporaneo, moderata da Giulio Sangiorgio e animata da Luca Pacilio e Alessandro Baratti, due delle firme più autorevoli della rivista on line Spietati.it.

Ugualmente mosso dall’urgenza di mettere a nudo le problematiche della contemporaneità attraverso il cinema del nostro tempo, un secondo modulo, intitolato “Notturno contemporaneo: cinema della fine, cinema della crisi”, verterà sulle due ossessioni proprie della produzione cinematografica dell’ultimo lustro: la fine del mondo e la crisi economica, sua secolarizzazione tardo-capitalista. Parallelamente a una tendenza neo-catastrofista, che ha raccolto a sé gli ultimi blockbuster di fantascienza apocalittica come i più rigorosi autori europei (Lars von Trier, Béla Tarr, Aleksandr Sokurov, Manoel De Oliveira) e americani (Abel Ferrara, Gregg Araki, Jeff Nichols), si è infatti affiancata nel tempo una serie di pellicole, dei quali uno dei più recenti è Margin Call di J. C. Chandor, che mettono in scena l’angoscia della Fine secolarizzandone il verbo nell’epoca della crisi economica, provando così come il cinema del XXI secolo sappia cogliere in diretta lo spirito di un tempo in cui collasso del mondo e del capitalismo sembrano andare di pari passo. Due incontri sul tema illustreranno e analizzeranno iniziatori, modalità, varianti e vitali eccezioni delle rispettive tendenze, da Melancholia di Lars von Trier a Cosmopolis di David Cronenberg.

Si osserveranno poi due diversi modi d’intendere il cinema ponendo a dialogo l’idea di “commedia all’italiana” di Mario Monicelli con quella di Nanni Moretti, acerrimi contendenti, nel 1977, di un celebre testa a testa televisivo, polemico e intimamente politico. Pur nelle notevoli diversità stilistiche e generazionali, i due cineasti sono in realtà stretti da un’involontaria e ideale continuità, entrambi capaci di decifrare i mutamenti del cinema italiano e della nostra società svolgendo un’impietosa radiografia morale del Belpaese, denunciandone meschinità e abitudini, mettendone a nudo i tanti vizi e le poche virtù.

Altra sezione monografica dedicata a leggere il presente cinematografico, è “Il cinema contemplativo”, un modulo di due lezioni che presenterà una panoramica di tutti quei cineasti, tanto classici che comporanei, che preferiscono l’immersione nella durata temporale ai modi tradizionali di narrare, componendo talvolta opere in bilico tra rappresentazione filmica e sperimentazione videoartistica. Dal greco Angelopolus all’ungherese Béla Tarr, dal nostro Michelangelo Antonioni al taiwanese Tsai Ming-Ling, il modulo non passerà in rassegna solo i cineasti più storicizzati (come Miklos Jancsò e Gus van Sant) ma si preoccuperà di operare una ricognizione delle avanguardie più recenti, come quella sperimentata dall’estetica radicale del filippino Lav Diaz, autore di monumentali film-fiume della durata di 8-10 ore l’uno.

In apertura di corso, prima di affrontare i moduli sin qui elencati, saranno inoltre proposte due presentazioni di libri, vere e proprie lezioni speciali. Il 14 novembre Claudio Bartolini introdurrà infatti il suo “Videocronenberg”, monografia colta ed esauriente sulla poetica cinematografica di David Cronenberg, l’autore fondamentale di Videodrome e Il pasto nudo. Il saggio sul visionario e finissimo sociologo della comunicazione verrà presentato da Bartolini insieme a Giulio Sangiorgio, autore della prefazione, e a Dario Stefanoni. Il 21 novembre sarà invece la volta di “Il film in cui nuoto è una febbre”, il volume collettivo curato da Luigi Abiusi con l’intento di mappare la poetica di alcuni autori imprescindibili della scena contemporanea, eppure incredibilmente sfuggiti alla distribuzione italiana. Interverranno gli autori di alcuni dei 10 saggi del libro: Matteo Marelli (che ci parlerà del cinema di Ulrich Seidl), Giampiero Raganelli (Lav Diaz), Sara Sagrati (Kelly Reichardt) e Giulio Sangiorgio (Bruno Dumont). Si discuterà qui di distribuzione, di nuovi media e di nuove forme di cinefilia.
Le lezioni si terranno nella sala del CDZ 4 a Germanedo, in Via Eremo 28 dalle ore 21 alle 23.
Si consiglia una preiscrizione gratuita in Biblioteca Civica.

Per ogni informazione e per la preiscrizione:

Mail: massimo.ferrari@comune.lecco.it
Telefono: 0341 286835 o 329 4049225