LECCO – Inaugurato ufficialmente il tradizionale festival lecchese “Lecco città dei Promessi Sposi”, ad alzare il sipario è stato l’aperitivo letterario “Locanda Manzoni – le osterie di Manzoni, le osterie di oggi” organizzato nella caratteristica taverna ricreata nei sotterranei di Villa Manzoni.
“Con questo festival vogliamo rendere attuale Manzoni – spiega Simona Piazza, assessore alla Cultura del Comune di Lecco – e il nostro desiderio è anche poter far tonare Villa Manzoni allo splendore di un tempo. Quest’anno, dato che il festival cade in concomitanza con Expo, abbiamo deciso che il filo conduttore della Kermesse sarebbe stato il cibo, nello specifico il legame tra cibo e letteratura, ben rappresentato da questo aperitivo letterario”.
Gli ospiti presenti a Villa Manzoni hanno potuto degustare un menù con prodotti a chilometri zero, preparati secondo le ricette dello chef Gill Messina.
Prima che il cibo fosse servito l’attore Luca Redaelli ha letto ad alta voce tre brani dei Promessi Sposi in cui si racconta la visita di Renzo a tre osterie, sottolineando la descrizione che il Manzoni fa di questi luoghi.
“Nel suo romanzo Manzoni dà spazio alle osterie – racconta Mauro Rossetto, direttore del Simul – strutture complesse che dal Medioevo in poi hanno subito una grande trasformazione e l’autore parla anche del cibo, della fame e di quegli elementi che caratterizzavano la quotidianità dei personaggi presenti nel racconto. L’intento del festival manzoniano è quello di mostrare l’attualità dei temi trattati dal Manzoni e valorizzare i luoghi manzoniani presenti sul nostro territorio, sottolineando la ricerca fatta nel tessuto vivo della nostra città, per questo motivo, l’aperitivo letterario di questa sera celebra le osterie come luogo di incontro che unisce piaceri gastronomici allo scambio culturale”.
All’aperitivo letterario in Villa Manzoni ha partecipato anche Giacomo Mojoli, docente all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e tra i principali redattori della Guida alle Osterie di Slow Food, che sul palco ha discusso con Mauro Rossetto riguardo i principali temi della serata: il cibo, le osterie e le opere di Alessandro Manzoni.
“Nei Promessi Sposi non si fa tanto riferimento al cibo quanto alla fame – argomenta Mojoli – ma è proprio dalla fame che ha origine la qualità del cibo, è un regista che serve per fare di necessità virtù. Se si parla di cibo si parla di cultura, le osterie e le bottiglierie, infatti, rappresentano pezzi di storia di una città, mentre la grande sfida per il futuro sarà quella di rendere eccezionali le cose normali, ovvero riscoprire le materie prime della cucina, ma saperle ibridare con le nuove contaminazioni culturali che interessano il nostro tempo. Lecco, come le altre città, non ha bisogno di ristoranti stellati, ma di una ventina di osterie in cui si possano assaggiare i prodotti tipici del territorio a prezzi abbordabili per diffondere la cultura gastronomica di questo luogo”.
La serata, infine, è stata animata dal trio musicale composto da Gianluca Grossi (voce e chitarra), Sergio Sala (fisarmonica) e Mauro Bernabovi (violino e banjo) che hanno eseguito un repertorio selezionato di canzoni popolari lombarde e hanno aperto il loro concerto con la famosissima canzone “Porta Romana”.
Ecco alcune immagini della serata: