Aumenta l’IVA: rabbia dai commercianti lecchesi

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LECCO – Sembrava essere stato scongiurato ma, alla fine, il tanto temuto aumento dell’IVA è arrivato: lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, riunito in seduta notturna per il varo della legge di Stabilità, insieme all’abbassamento delle aliquote Irpef.

Per queste ultime, il Governo ha optato per una riduzione di un punto percentuale, dal 23% al 22% per lo scaglione fino a 15.000 euro e dal 27 al 26% per quello fino a 28.000 euro; l’Imposta sul Valore Aggiunto è invece aumentata, non di due punti percentuali (vero spauracchio per l’economia italiana) ma dall’10 all’11% e dal 21 al 22% a partire da luglio 2013. 

Una decisione che ha mandato su tutte le furie il mondo degli esercenti e il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ceresa non ha saputo trattenere la propria irritazione: “E’ una decisione assurda, immotivata e che avrà degli effetti devastanti –commenta – Dopo avere detto a più riprese che con la spending review si sarebbe evitata questa scelta sciagurata, il Governo ha cambiato idea dando un colpo letale al mondo delle imprese e provocando nello stesso tempo gravi problemi anche ai cittadini. Perché in un momento in cui la domanda interna è ferma e il calo dei consumi è drammatico, toccare al rialzo l’Iva vuol dire accentuare la recessione, bloccare la spesa degli italiani, tagliare le gambe agli imprenditori e a chi investe creando occupazione. E non basta certo l’intervento sull’Irpef per dare ossigeno alle famiglie visto che gli aumenti Iva incideranno maggiormente proprio sugli scaglioni di reddito più bassi, a partire dai soggetti fiscalmente incapienti”.

Questo accanimento rispetto al mondo delle imprese in generale e del commercio deve finire – ha auspicato Ceresa – Siamo stanchi di essere presi in giro! Questo Governo tecnico sta distruggendo le ricchezze del Paese. Se prendiamo solo l’aumento dell’aliquota dal 10 all’11% va ricordato come questo penalizzerà molti prodotti alimentari, la competitività della nostra offerta turistica e l’intera area delle ristrutturazioni edilizie. Purtroppo è l’ennesima scelta che penalizza tutti e che non porta né crescita né equità”.