I lavoratori Leuci non mollano e danno la “sveglia” a Pisati

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LECCO – Al 31 marzo 2013 la Leuci dovrebbe chiudere definitivamente i cancelli. I 90 lavoratori non ci stanno e lo dicono in modo chiaro: “La parola rassegnazione l’abbiamo depennata da tempo dal nostro vocabolario” fa sapere Germano Bosisio rappresentate Rsu.

Da due mesi all’esterno del’azienda di via XI Febbraio è stato attivato un blocco presidio. “Siamo qui – spiega lo stesso Bosisio – perchè dopo tre richieste di vendita di macchinari da parte del nostro imprenditore (Giuliano Pisati, ndr) che li riteneva non strategici abbiamo acconsentito, chiedendo però garanzie precise affinchè una quota dell’incasso venisse investita per il potenziamento di altre linee. Risultato, nonostante le promesse non è stato speso nemmeno un euro…”.

Ma i lavoratori Leuci non stanno solamente facendo braccio di ferro con l’azienda per difendere il proprio posto di lavoro, ma stanno cercando di preservare sul territorio lecchese una realtà produttiva.”E’ da anni che noi lavoratori della Leuci- spiega Bosisio -in sinergia con istituzioni, politecnico, e le realtà sociali del territorio abbiamo costruito un percorso non solo per scongiurare la perdita dei nostri posti di lavoro, ma anche per fornire alla comunità lecchese un esempio concreto di riconvenrsione innovativa e virtuosamente ecocompatibile. Oggi ci sono le condizioni per poterlo fare. Se non ora quando concretizzare studi e convegni sull’innovazione e la ricerca?”.

“Oggi –  puntualizza Lorena Panzeri della Cgil – Vogliamo lanciare un appello direttamente al titolare. Se davvero è intenzionato a fare qualcosa, questa è la volta buona. Per prima cosa è bene che si presenti senza delegare persone che al tavolo delle trattative non si assumono alcuna responsabilità; la seconda, se i nostri progetti non sono di suo gradimento, ci dia alternative e ce ne proponga altri. Finora Pisati ha continuato a dire di no, trovando giustificazioni strumentali. Siamo stanchi di proporre soluzioni senza che Pisati si degni di arrivare da noi per un confronto chiaro”.

A tal proposito Bosisio ha messo l’accento sullo spiraglio offerto dall’imprenditore brianzolo Vincenzo Di Giovine numero uno dell’impresa oggionese Combustion and Energy che si è detto interessato all’acquisto della palazzina degli uffici Lauci.
“Inizialmente Pisati si è detto disponibile a vendere l’immobile – prosegue Bosisio – poi invece si è tirato indietro proponendo l’affitto, poi non più facendo un ulteriore passo indietro. Insomma, è evidente che l’interesse verso noi lavoratori non è tra le sue priorità. E di casi simili ne potremmo citare diversi. Voci attendibili ci dicono che Pisati sta mettendo in atto uno svuotamento programmato e preordinato, fatto di mosse ben studiate per dare una parvenza di logica economica”.

I lavoratori Leuci sono concordi nel sostenere che “Se Pisati ha a cuore il nostro futuro, un accordo con Di Giovine lo deve trovare; sappiamo che non sarà il salvatore della patria, ma almeno è un primo segnale di speranza”.
“Del resto – prosegue Massimo Ferni della Cisl – se Pisati ha veramente bisogno di liquidità perchè il gruppo Relco di cui Leuci fa parte si trova in difficoltà economiche come ha sostunuto, potrebbe iniziare ad affittare gli altri capannoni e vendere quello chiesto da Di Giovine. Di soluzioni ne ha, ma i suoi continui rifiuti ci fanno pensare che non è poi così messo male economicamente…”.

A fronte di tutto questo “è evidente che sull’area Leuci si sta allungando l’ombra di una soluzione speculativa – fa sapere Bosisio – Ci è già stato chiesto per vie traverse un parere sull’ipotesi di una nuova destinazione dell’area per consentire la realizzazione di un centro commerciale e la creazione di 100 posti di lavoro. Questa è la logica che sta dietro ai tentennamenti di Pisati, logica che ha impoverito Lecco in anni precedenti e che non riguarda solo noi. La garanzia che ciò non avverrà ci è stata data dalle istituzioni in primis dal Comune di Lecco, il cui consiglio si è schierato dalla nostra parte sostenendo il progetto Città della Luce (sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Lecco, ndr) e garantendo la destinazione di quell’area industriale-artigianale”.

Nonostante la situazione magmatica, alla Leuci nessuno abbassa la guardia: “Ci inventeremo di tutto – ha fatto sapere Bosisio – Partiremo con una mailbombing in cui inviteremo tutti i cittadini che ci vogliono dare una mano a mandare il proprio sostegno attraverso semplici messaggi da postare su tre siti internet: quello dei giovani comunisti, dell’associazione Qui Lecco Libera e di Don Giorgio. Continuiamo il blocco, convocheremo un’assemblea pubblica dove inviteremo tutti i parlamentari del territorio e gli amministratori ai quali chiederemo contributi concreti e non parole. e ancora, faremo pressing all’Unione Industriali per un maggior coinvolgimento e non escludiamo un collegamento con altre realtà in crisi tipo Lucchini e Grattarola. Stiamo anche programmando una ‘gita’ a Buccinasco per fare sentire anche laggiù la nostra voce. E poi ci sarà dell’altro ma non vogliamo anticipare nulla di più…”. E’ chiaro che la lotta continua…