Segnalazioni continue di danni
“Gli agricoltori sono esasperati, pericolo anche in strada”
LECCO – “E’ una stima complessa, ma ormai la cifra dei danni reali provocati da cinghiali e selvatici ha raggiunto i 400.000 euro nel solo comprensorio lariano: sono numeri difficili da calcolare, anche perché molte imprese, scoraggiate, non denunciano più nemmeno le incursioni e perché, a volte, le distruzioni dei campi si susseguono a ripetizione senza che la pratica di denuncia stessa sia ripetuta. Stiamo fronteggiando una situazione fuori controllo e la stima è comunque prudenziale”.
A tracciare il quadro della situazione è Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco: nelle due province non si fermano le invasioni della fauna selvatica, mentre cresce il numero degli abbattimenti: numeri che indicano la gravità del problema nel comprensorio, dove anche la cronaca continua a snocciolare “episodi di quotidiana straordinarietà”: cervi e cinghiali che invadono le carreggiate, campi distrutti, prati rovinati dalle bestie che pascolano indisturbate o grufolano alla ricerca di cibo, smuovendo il terreno.
Anche il conteggio dei danni ha subito un’impennata, secondo le ultime stime di Coldiretti riferite al computo dello scorso anno: per il 2018 le stime della Coldiretti interprovinciale parlavano di 350.000 euro, ora il conto sale ulteriormente, con numeri che – di conseguenza – sono molto diversi dalle stime ufficiali che periodicamente vengono rese note. Il tutto, senza contare gli incidenti stradali che si ripetono sulle nostre strade, “e anche qui la stima è difficile, poiché una gran parte automobilisti non la denunciano, scoraggiati dalla burocrazia che, di fatto, rende difficilissimo il ristorno dei danni”.
Anche nel cuore dell’autunno continuano a susseguirsi le segnalazioni, da un capo all’altro delle due province: dalla pianura comasca all’Olgiatese, dalla Val d’Intelvi e Val Menaggio (dove cervi e cinghiali devastano colture e prati a pascolo, pregiudicando in molti casi la raccolta del fieno) a Moltrasio, dove le invasioni continuano a minacciare storici muretti a secco (già in gran parte distrutti), sino alla zona del Pian di Spagna all’intera Valsassina, da Premana, a Margno a Introbio, a Morterone, “dove proprio nei giorni scorsi ci hanno segnalato nuove incursioni: gli imprenditori agricoli sono delusi e scoraggiati, spesso una volta risistemati i campi vengono subito divelti nuovamente. Il tema e le criticità connesse sono noti: il numero e l’azione dei selecontrollori, così come dei cacciatori, è purtroppo insufficiente ad arginare il problema. Il problema va considerato sotto il profilo della sicurezza pubblica. Ancora negli ultimi giorni i pascoli della sono stati presi d’assalto”.
Ulteriore cartina di tornasole, sono i dati diffusi dalla Regione, con 1.666 abbattimenti di cinghiali nei primi nove mesi dell’anno 2020 (gennaio/settembre) su un totale lombardo di 3.932. Nel dettaglio, sono 1.361 nel Comasco e 305 nel Lecchese: numeri globalmente in crescita: lo scorso anno, i cinghiali abbattuti nel medesimo periodo sono stati, per il complesso dell’area lariana, 1468 (1.265 in provincia di Como, 203 in quella di Lecco) rispetto ai 2.908 lombardi, sempre riferiti al periodo gennaio/settembre 2019.
In molte zone, i problemi causati da cinghiali e cervi sono sovrapposti: i primi scavano il cotico erboso e, rivoltando le zolle, pregiudicano persino la possibilità di un successivo taglio di fieno di qualità, dato che il terreno in questo modo torna a “ricacciare” erbe infestanti, influendo sulla quantità del foraggio. E laddove i prati si sono salvati dall’invasione dei cinghiali, molto spesso passano i cervi, nutrendosi a dismisura di ciò che, invece, servirebbe ad alimentare i bovini: al danno, si aggiunge quindi la beffa di acquistare esternamente il fieno, il che fa lievitare ulteriormente la stima dei danni.
“Continueremo a raccogliere le segnalazioni delle imprese e a fare la dovuta pressione – continua Trezzi -. Ribadiamo la necessità di intensificare ancor di più gli interventi nelle nostre due province. D’altro canto, le situazioni-limite si sprecano: e purtroppo in Lombardia ci troviamo a dover contare anche un nuovo incidente mortale, nel quale nei giorni scorsi è morta una ragazza di 21 anni che nel Cremonese ha perso il controllo della sua auto dopo l’impatto con un cinghiale che le ha tagliato la strada nel buio”.
“Continua quindi – spiega la Coldiretti lariana – la lunga serie di danni, aggressioni e incidenti provocata dall’incontrollata proliferazione degli animali selvatici sul territorio lombardo e nazionale, con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente i due milioni, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città, come dimostra il recente episodio del branco di sei esemplari arrivato fino alla darsena di Milano, ma anche le ripetute incursioni che si sono verificate nell’area urbana di Como e in molti altri centri abitati del comprensorio interprovinciale”.