Coldiretti: “Su 100 euro di spesa, l’utile per gli agricoltori è di soli 7 euro”

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L’analisi ISMEA rivela margini compressi per le aziende agricole

Trezzi: “Persistono gravi squilibri strutturali”

LECCO – “Con il divario dei prezzi tra produzione e consumo che cresce da 3 a 5-6 volte dal campo alla tavola, su ogni 100 euro spesi dal consumatore per prodotti agricoli freschi, meno di 20 euro vanno a remunerare il lavoro degli agricoltori. Dopo aver sottratto gli ammortamenti e i salari, l’utile per gli agricoltori è di soli 7 euro, a fronte dei circa 19 euro guadagnati dal macro-settore del commercio e del trasporto”. Questa è la denuncia di Coldiretti Como Lecco, che si riferisce all’analisi della catena del valore condotta da ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo-alimentare, basata sui dati Istat disponibili.

“Per i prodotti alimentari trasformati, la situazione è ancora più critica: l’utile per gli agricoltori scende a soli 1,5 euro, appena inferiore a quello dell’industria, che si attesta a 1,6 euro, mentre il commercio e il trasporto accumulano ben 13,1 euro, guadagnando la parte del leone – sottolineano da ISMEA – Persistono forti squilibri strutturali nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con le fasi più a valle, come logistica e distribuzione, che trattengono la quota più consistente del valore finale, a discapito della fase agricola”.

“L’analisi condotta dall’Istituto sulla filiera della pasta e su quella della carne bovina ha evidenziato una situazione di forte sofferenza, con margini particolarmente compressi, se non addirittura negativi, per le aziende agricole e gli allevamenti, compensati solo in parte dal sostegno pubblico, tramite la PAC e gli aiuti nazionali” spiega il presidente di Coldiretti, Fortunato Trezzi.

Inoltre, aggiunge: “Una situazione che sottolinea l’urgenza di un intervento per garantire una distribuzione più equa del valore lungo la filiera, attraverso la recente normativa sulle pratiche sleali e l’introduzione dei costi standard, al di sotto dei quali i compensi non dovrebbero mai scendere”.

“L’aumento dei prezzi ha portato le famiglie pugliesi a spendere in media 464 euro al mese per l’acquisto di alimenti e bevande, uno dei valori più bassi in Italia. L’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto, ha però anche spinto una maggiore attenzione verso il cibo locale – continuano da Coldiretti – oltre sei consumatori su dieci (64%) hanno effettuato almeno un acquisto nel 2024 in un mercato contadino. I farmers’ market sono ormai diventati un appuntamento fisso per la spesa quotidiana, affiancando supermercati e negozi di vicinato”.

Coldiretti spiega il crescente orientamento verso gli acquisti diretti dal produttore: “A spingere i consumatori verso questa scelta è principalmente la garanzia di salubrità e trasparenza dei prodotti. Infatti, il 73% degli intervistati considera l’acquisto diretto dall’agricoltore come la modalità più sicura rispetto a tutte le altre forme di distribuzione, dal supermercato al web. Al secondo posto si collocano i mercati contadini rionali, ritenuti sicuri dal 69% degli intervistati, seguiti dai negozi di vicinato (56%) e dai supermercati e ipermercati (48%)”.

Fanalino di coda, il web, con solo il 19% degli italiani che si fida del cibo acquistato online. Per garantire piena trasparenza su ciò che i cittadini mettono nel piatto, Coldiretti ha lanciato la mobilitazione “No fake in Italy”, partita dal Brennero, con una raccolta firme per promuovere una legge europea di iniziativa popolare.

L’obiettivo è estendere l’obbligo di indicare l’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’UE. La campagna può essere sostenuta firmando nei mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti, e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

“In Puglia, l’approvvigionamento alimentare è garantito grazie al lavoro di oltre 100 mila aziende agricole e stalle, più di 5 mila imprese di trasformazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che comprende negozi, supermercati, discount e i mercati contadini di Campagna Amica – concludono da Coldiretti – Tuttavia, è necessario promuovere accordi di filiera tra imprese agricole e industriali, con obiettivi qualitativi e quantitativi chiari e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come stabilito dalla nuova legge contro le pratiche sleali e le speculazioni”.