Assemblea sindacale in lavanderia? Gli operatori del servizio pulizie non ci stanno
Tagli del 30% al salario e servizi aggiuntivi da contrattualizzare, si prospetta lo sciopero
LECCO – Non c’è pace tra sindacati e azienda ospedaliera: uno scontro aperto su più fronti e che martedì ha registrato l’ennesimo episodio di turbolenza tra lavoratori, i loro rappresentanti e l’ASST di Lecco.
Coinvolti questa volta gli operatori del settore delle pulizie che hanno deciso di riunirsi in assemblea all’esterno, davanti all’ingresso dell’ospedale Manzoni di Lecco per denunciare, oltre alla complessa situazione vissuta dai lavoratori, anche la mancanza di una sala adeguata per gli incontri con i rappresentanti sindacali.
Lo spazio messo a disposizione dall’azienda ospedaliera è quello della mensa, non utilizzabile però negli orari di fruizione da parte dei dipendenti dell’ospedale. Martedì, per il secondo turno di lavoratori, sarebbe arrivata quindi l’indicazione di svolgere l’assemblea nel locale lavanderia, non sufficientemente grande oltre che sguarnito di sedie, ritenuto quindi non idoneo. L’ennesimo smacco per i sindacati che quindi hanno svolto regolarmene la loro assemblea ma all’esterno dell’edificio.
“Non chiediamo di utilizzare la sala conferenze – spiega Tina Coviello della Fisascat Cisl – ma vogliamo un locale che sia idoneo, anche questo aspetto riguarda la dignità dei lavoratori”.
Salari tagliati e servizi a rischio
La vera partita però è un’altra: i motivi di tensione con l’azienda ospedaliera colpiscono la busta paga dei lavoratori delle pulizie (220 operatori negli ospedali di Lecco e Merate) , non diretti dipendenti dell’ASST ma assunti dalla cooperativa Dussmann, a cui è stato assegnato l’appalto.
I sindacati denunciano una riduzione del 30% delle ore lavorate rispetto al passato perché diversi servizi non sono contemplati nel nuovo capitolato di gara, di fatto sono ‘servizi aggiuntivi’ seppur necessari per garantire le condizioni di igiene e pulizia dell’intero nosocomio. Quello che manca è una definizione chiara, in termini orari, di quei servizi tra committente e impresa.
“Considerando la paga oraria di 6 euro del contratto multiservizi, le lavoratrici oggi percepiscono 250 euro in meno ogni mese – prosegue Coviello – Le ore aggiuntive le stanno facendo comunque, ma oggi non c’è una certezza, quelle ore possono essere aggiunte o tolte di volta in volta. Se invece venissero ripristinate nell’orario di lavoro potremmo dare dignità alla busta paga delle lavoratrici”.
“A quasi quattro mesi dal cambio di appalto non si è ancora trovata una quadra che avrebbe consentito di recuperare le ore perse nel capitolato – ha aggiunto Marco Paleari della Filcams – Qui ci sono delle lavoratrici ‘invisibili’ grazie alle quali però il cittadino trova pulito l’ospedale, dai bagni alle sale operatorie”.
Per questo si fa concreta l’ipotesi di uno sciopero. “Se non facessimo nulla lanceremmo un messaggio all’azienda ospedaliera che va tutto bene,così non è – si è rivolto ai lavoratori Roberto Pennati, sindacalista della Uil – Sono già passati tre mesi e mezzo dal cambio di gestore e passerà altro tempo se non solleciteremo l’azienda. Devono capire che queste persone non si accontentano di un contratto ridotto”.