Uilm Lario, Fiom Cgil Lecco e Fim Cisl a Roma per la manifestazione sulla crisi dell’automotive
“Sul lecchese nessuna ricaduta diretta ma per Stellantis grande preoccupazione”
ROMA/LECCO – Venerdì, a Roma, i metalmeccanici di tutte le sigle sindacali, uniti, hanno manifestato con forza le grandi preoccupazioni che stanno vivendo per le vicende legate a Stellantis e, più in generale, alla situazione drammatica del settore dell’automotive. Oltre 10 mila le persone scese in piazza, di cui un’importante delegazione di Uilm, Fiom Cgil e Fim Cisl anche dal lecchese.
“Nel nostro territorio, fortunatamente – spiega Gabriella Trogu, segretario UILM Lario. le imprese non sono strettamente collegate all’indotto di Stellantis, tuttavia sono molte le preoccupazioni e le incertezze che, in generale, investono il settore, per effetto del processo di transizione ecologica, che prevede nel prossimo futuro l’abbandono del motore endotermico e la sua sostituzione con vetture elettriche”.
I lavoratori lecchesi hanno fornito una buona risposta, seppure in un contesto che vede una presenza crescente di situazioni di cassa integrazione per rallentamento del mercato. Buona l’adesione in IHI, alla Fontana Group, alla Catra di Missaglia, dove hanno scioperato addirittura al 100%.
“Questo vuole essere anche un monito a Federmeccanica per il proseguo della trattativa sul Contratto Nazionale – aggiunge Trogu – bisogna andare nella direzione giusta. In caso contrario, una volta terminata la moratoria contrattuale, si andrà dritti allo sciopero generale di tutta la categoria per sostenere le nostre proposte e le nostre rivendicazioni”.
“Siamo Roma per manifestare un dissenso generale del settore automotive su politiche industriali che oramai da 20 anni non sono più degne di un paese industrializzato come l’Italia – dichiara Fabio Anghileri, Segretario Generale della Fiom Cgil Lecco – La protesta di Stellantis è legata al fatto che negli ultimi decenni non ci sono state politiche che hanno investito su fabbriche di automobili completamente italiane ma hanno fatto sì che la produzione di Stellantis non rispecchi più quelle da decenni previste in Italia, con risvolti sull’indotto che stiamo vedendo anche nel lecchese”.
“La crisi che c’è anche in Germania dimostra come anche in Europa c’è una mancanza di strategia che sia fondata su mantenere delle produzioni importanti – conclude Anghileri – Giusto essere qui a protestare come Fim Fiom e Uilm uniti rispetto a questa situazione che oramai non è più tollerabile”.