Smart working: stop alle agevolazioni, si torna alle vecchie regole

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quarantena smart working

Dal 1° aprile scorso è scaduta anche l’ultima proroga introdotta durante la pandemia

Si stima che nel 2024 saranno 3,65 milioni gli smart worker in Italia

LECCO – Sono terminate il 1° aprile le agevolazioni per lo smart working, introdotte durante la pandemia da Covid-19 e poi prorogate più volte nel corso di questi quattro anni: di conseguenza i lavoratori dovranno tornare in ufficio, a meno di accordi diversi con il datore di lavoro. Con il ritorno al regime ordinario regolato dalla legge n. 81/2017, sono venute meno gran parte delle semplificazioni che erano ancora previste per genitori con figli Under 12 e i lavoratori fragili.

Dal 1° aprile, quindi, l’imprenditore che decide di utilizzare lo smart working dovrà firmare con ogni dipendente un accordo individuale. La disciplina ordinaria del lavoro agile individua come prioritarie le richieste di determinate categorie di lavoratori come lavoratrici e lavoratori con figli fino a dodici anni di età o, senza alcun limite di età, nel caso di figli in condizioni di disabilità; lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata, o che siano caregiver; dipendenti anziani, da 55 anni in su.

Dopo i picchi registrati nel corso della pandemia e una graduale riduzione negli ultimi due anni, nel 2023 i lavoratori da remoto nel nostro Paese sono 3,585 milioni, in leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma ben il 541% in più rispetto al periodo pre-Covid. Nel 2024, l‘Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano stima che saranno 3,65 milioni gli smart worker in Italia.