Negozi in crisi? Si. Però c’è ancora chi investe

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LECCO – La crisi continua a mordere e in centro diverse serrande vengono abbassate per sempre mentre sono sempre di più sono i locali che restano sfitti. Tuttavia tra i commercianti del centro storico di Lecco ve ne sono alcuni che non hanno perso l’ottimismo, soprattuto quando vedono che al negozio chiuso da tempo si sostituisce una nuova attività commerciale. Una sorta di iniezione di fiducia. Nuovi negozi di diverse tipologie, tradizionali e non, stanno spuntando. Un trend che sta cambiando? Lecco è fuori dalla crisi? Si sta muovendo qualcosa o si tratta di un normale e sempre vissuto avvicendamento del settore commercio?

Tra i prodotti nuovi che potrebbe rappresentare un polo di attrazione specie per i giovani o per gli amanti del genere è la fumetteria sorta al posto della pizzeria in via Mascari, mentre u negozio di abbigliamento all’angolo con via Bovara ha preso il posto di un negozio di tappeti.

Tenta la strada della attività altamente specializzata Patrizio Todeschini del bar Frigerio, che rilancia per via Roma, una enoteca. Si tratta di un investimento importante sia per il personale impiegato che per la tipologia di merci. Prima al suo postoun altro negozio di abbigliamento. L’arcinoto bar Centrale è invece un esempio eclatante di chiusura. Il noto bar di piazza Garidaldi ha chiuso questa estate in tempo di ferie per non riaprire.
Tuttavia se alcuni titolari di esercizi commerciali vedono con positività i neocolleghi, dall’altra parte voci autorevoli della Confcommercio invitano alla prudenza e confermano che la crisi c’è al di là di quello che sembra più un consuetudinario turn over.

Alberto Negrini è il referente dell’Unione Commercianti per il centro, ha egli stesso un negozio ed è un osservatore attento e di antica data di ciò che accade. “La difficoltà delle imprese in centro è globale – dice Negrini – tocca Lecco centro ma anche la periferia e la provincia. Il centro però continua a rimanere un’ambizione per il commercio, è dunque comprensibile che sia il luogo dove maggiormente i singoli cerchino di investire”. Anche se i problemi da affrontare sono più d’uno, a cominciare dagli alti costi delle locazioni da adibire a commercio “chi affitta in centro deve adeguare le proprie richieste economiche – prosegue Negrini – è contro questo scoglio che ci si scontra. Molti di coloro che aprono sono imprese che dalla periferia si spostano verso il centro, la necessità primaria è però quella di contenere i costi di locazione che sbilanciano il rapporto costi – ricavi”.

Un discorso anche di politiche di incentivazione e soprattutto una nota positiva “Il centro – conclude Negrini – terrà”.

Anche Giuseppe Ciresa, presidente dell’Unione Commercianti è cauto “Si soffre ancora molto – conferma – sento questo dai colleghi, e ancora oggi in centro città nonostante qualche negozio che sta aprendo, sono molti i cartelli di vendesi o affittasi, anche di lunga data”.

Un flagello che colpisce indiscriminatamente “Sì – continua Ciresa – anche locali storici hanno chiuso. E’ anche vero che c’è chi si sta lanciando in nuove proposte”, si può allora parlare di un trend in via di cambiamento “mi sembra azzardato, perché facendo una stima di chi apre e di ha chiuso senza essere sostituito, questa risulta orientarsi verso locali che rimangono sfitti o invenduti”.

Pare quindi che coloro che apriranno a breve si orienteranno verso progetti accattivanti, di target merceologico nuovo ed esclusivo, magari diverso per il centro città, con il chiaro obiettivo di ritagliarsi una nicchia di estimatori e quindi ottenere successo. L’augurio è naturalmente questo.