Circolo Ilaria Alpi: “L’ex Prefetto, paladino antimafia, criticato in Consiglio comunale”

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Roberto Fumagalli (Circolo Ilaria Alpi)

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

“A Lecco è stata finalmente istituita la Commissione antimafia, ma in Consiglio comunale nel mirino è finito l’ex Prefetto Castrese De Rosa, paladino antimafia. È quanto emerso dalla paradossale seduta dell’assemblea consiliare di Lecco, tenutasi questa settimana, dove alcuni interventi dei Consiglieri e, in parte, anche dello stesso Sindaco, non hanno lesinato critiche rivolte all’ex Prefetto, ‘sotto accusa’ per aver ‘infangato’ il buon nome di Lecco. Noi come associazione – da anni impegnata sul fronte della diffusione della cultura della legalità –  riteniamo invece che sotto accusa debbano finire i mafiosi e non le azioni dell’ex Prefetto che, durante il suo mandato nel Lecchese, ha emanato numerose interdittive antimafia – più di 20, se comprendiamo anche quelle emanate dal precedente Prefetto dott. Michele Formiglio – facendo raggiungere di fatto alla provincia di Lecco un record nazionale. Con tali atti la Prefettura ha voluto colpire altrettante società infiltrate o comunque vicine agli ambienti mafiosi. Vieppiù, le interdittive sono state confermate nei vari gradi di giudizio e, pertanto, assolutamente fondate. Così come fondati ci sembrano i contenuti della relazione inviata dallo stesso ex Prefetto De Rosa alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, in cui si afferma tra l’altro che a Lecco e provincia si è sviluppata ‘una tacita e remissiva acquiescenza al fenomeno criminale e ai suoi referenti’. Riteniamo che la politica, anziché criticare chi si è fatto paladino della lotta antimafia, dovrebbe rivolgere le proprie invettive contro gli esponenti mafiosi e contro le dinamiche che, nei decenni, sono giunte ad intaccare le stesse Istituzioni pubbliche del territorio, come dimostrato ad esempio dall’inchiesta Metastasi (paradossalmente ignorata dal dibattito in Consiglio a Lecco!). Lecco e il suo territorio, piuttosto che indignarsi per i contenuti dei rapporti antimafia, devono far fronte comune contro la criminalità organizzata, facendo terra bruciata contro le mafie e contro i mafiosi”.