Venturini: “Contro l’estremismo, difendiamo la libertà di religione”

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L’intervento dell’ex consigliere comunale Ezio Venturini

Reduce da lunghi anni di attività lavorativa in Africa, commenta gli  attentati alle chiese cristiane

LECCO – “È un dovere da parte di tutti sostenere una battaglia culturale e politica perché la difesa della libertà religiosa torni a essere un diritto reale. L’ora di manifestare gridando al vento ed esprimendo solo a parole di indignazione è finito.

L’ estremismo è un fenomeno vero e reale da dover combattere con ogni mezzo prima che possa accadere qualcosa di molto di più grave, oggi hanno colpito tre chiese e tre hotel in Sri Lanka, provocando centinaia di morti e feriti, ma domani cosa potrà succedere anche a casa nostra? Otto anni fa finii con una mia dichiarazione pubblica in un mio intervento in consiglio comunale dicendo: (Deleberazione n 48 del 28.04.2011 Ordine del giorno intervento in Libia)

“Sintesi di tutto questo una sanguinosa guerra civile che si prolungherà negli anni. A noi resteranno migliaia di profughi da dover gestire”

Ed è stato proprio così ,”Ci avevo azzeccato” ….. sia minoranza che maggioranza ai tempi mi criticarono e dopo anni chiesero anche le mie dimissioni per qualche mia dichiarazione a loro dire antidemocratica …….ma dico :se le cose le conosci puoi parlarne se non le conosci è meglio che te ne stai zitto …forse dopo una vita passata in certi paesi avrò anche ,a differenza dei soliti buonisti irresponsabili , qualche verità certa?”

Ezio Venturini


Il Verbale completo del mio intervento consiglio Comunale. Ezio Venturini

Deliberazione n 48 del 28.04.2011
Ordine del giorno intervento in Libia presentato da Alessandro Magni
Mio intervento :
Grazie, Signor Presidente. Certo è che se l’intento era quello di salvare i dissidenti da Gheddafi ora c’è da chiedersi chi li salverà dalle bombe della coalizione. Ciò che viene presentato al mondo con un intervento umanitario militare in Libia per proteggere i civili è in realtà una ricerca di installare un Governo fantoccio a Tripoli, in modo da avere un controllo efficace sulle risorse di petrolio della Libia ed esercitare il potere dominante su tutta la regione.
Siccome si è detto che l’obiettivo dell’intervento era di impedire le violazioni … i diritti umani, salvare vite innocenti e sostenere il rispetto dei diritti internazionali, allora perché non si è intervenuti su altre realtà come lo Zimbabwe, il Libano o la striscia di Gaza?
Lo spettro è quello di uno scenario simile a quello che successe tanti anni fa in Somalia. Erano i primi anni 80 e innumerevoli … di uomini politici italiani che faceva salotto nelle lussuose stanze di villa Somalia, un tempo residenza coloniale del Governatore italiano e poi prestigioso palazzo presidenziale di Mohamed Siad Barre. Ben presto arrivarono progetti mirati ad affermare la legge del più forte che imponeva le sorti di una classe politica e il potere politico corrotto, a dir poco infame, che giocava con il povero contribuente italiano da un lato e dall’altro incrementava odio, vendette di etnie e costruendo mentalità confuse, favorendo il gruppo, il clan di Siad Barre che riusciva a tenere insieme con metodi discutibili dozzine di … endemici conflitti.
Nell’85 l’Italia istituì un fondo straordinario di 1.900 miliardi come primo intervento su una popolazione che contava non più di 7 milioni di persone con un reddito pro capite di 120.000 Lire, scopo la realizzazione di programmi volti al fine di assicurare la sopravvivenza del maggior numero possibile di persone minacciate dalla fame e dalla denutrizione e comunque in grande stato di necessità.
La struttura di gestione fu chiamata Fondo Aiuti Italiani, FAI. Il FAI fu un’esperienza unica nella cooperazione allo sviluppo ma fu anche capostipite di una logica di emergenza che si prestava a facili strumentalizzazioni nell’impatto di immagini tragiche sull’opinione pubblica, l’intervento di emergenza è più traumatizzante di quello di sviluppo, notiziari denunciavano con immagini a dir poco studiate in ogni piccolo particolare la grave situazione in Somalia sfruttando come non mai l’opinione pubblica poco attenta e per nulla informata.
Nell’88 al nord del Paese scoppiò un conflitto tra gruppi governativi e ribelli di un fronte liberale. L’Italia non ancora contenta dell’ingente somma di denaro data a Mohamed Siad Barre per progetti di cooperazione aiutò militarmente la Somalia con tonnellate di armamenti in nome di un’opera purificatrice di un Paese condannato a subire confini e delimitazioni di un colonialismo ormai cancellato dalla storia.
Sì bombardò con attacchi aerei sui civili, villaggi e città inermi, in nome di una falsa compiacente solidarietà nel raggiungimento di un’unità nazionale intrattenendo rapporti sempre più stretti tra Roma e Mogadiscio e poi in seguito si rivelarono assai scomodi nel nome di inattendibili … e … demagogie si volle instaurare la speranza ad un popolo che per nulla al mondo avrebbe voluto smarrire, ebbe inizio una grande buffonata, Restore Hope.
Intanto Mogadiscio agonizzava, fatto sta che si persero molte vite umane, chi somali, chi volontari, chi giornalisti e militari di forze di pace, furono … all’aeroporto di Mogadiscio avendo colpa solo di aver creduto di essere la parte più buona.
Si dichiarò in pieno fallimento l’impresa che la fame era stata sconfitta e ora spettava ai somali avviare il processo di pace. Iniziò così l’apocalittico e infinito cammino verso una Nazione priva di ospedali, scuole, acqua ed energia elettrica. Si erano incrementati affari, attività, si erano sparsi soldi, armi da ogni parte e i più accreditati ne avevano usufruito diventando i capi clan di piccoli gruppi e ognuno di loro aveva ottenuto un piccolo ma … potere. Restore Hope con 7 miliardi di Dollari americani aveva preparato la Somalia alla distruzione.
Si cominciò proprio da lì, proprio … di incrementare l’odio nel mondo creando due schieramenti, quelli occidentali e i Paesi arabi.
A quel tempo nessuno si preoccupò come oggi nessuno si preoccupa delle conseguenze che deriveranno da questo intervento definito guerra umanitaria. Ricordiamoci che la Libia come la Somalia è costituita da innumerevoli clan e nessun clan vorrà essere meno nella partecipazione del potere e che il clan dello stesso Gheddafi non mollerà mai.
Sentesi di tutto questo una sanguinosa guerra civile che si prolungherà negli anni con un’unica differenza che la Libia è alle nostre porte, i francesi e gli inglesi forse ne beneficeranno con petrolio e ricchezze, a noi resteranno migliaia di profughi da dover gestire. Grazie”.