Breast Unit : un’unica équipe per le donne malate di cancro della mammella

Tempo di lettura: 3 minuti

Ospedale ManzoniLECCO – Mettere a disposizione delle pazienti affette da malattie della mammella un’unica équipe di specialisti, fornendo loro percorsi diagnostico-assistenziali e terapeutici rapidi e coordinati : questo l’obiettivo della Breast Unit che l’Azienda Ospedaliera di Lecco ha istituito nel giugno scorso, la cui responsabilità è stata affidata a Carla Magni, chirurgo senologo del Mandic . Vale la pena ricordare che Regione Lombardia, con una delibera del 2013 , ha sollecitato la creazione di unità del genere in ogni azienda ospedaliera.

Il fatto è che è in atto un profondo cambiamento culturale : “oggi non è più pensabile – spiega Carla Magni – che le pazienti con cancro alla mammella siano trattate da un solo specialista anziché da tutte le figure dedicate che lavorano in team. Anche la qualità della vita , dopo l’evento cancro, è migliore per le donne trattate in strutture dedicate, ove si creano le opportune condizioni di comunicazione, riabilitazione fisica, sostegno psicologico, attivazione familiare, recupero sociale e reinserimento nel mondo del lavoro”.

Gli specialisti coinvolti nella Breast Unit (unità senologica) sono oltre al chirurgo senologo, il radiologo, il chirurgo plastico, l’oncologo medico, il radioterapista oncologo, il medico nucleare e l’anatomopatologo. Coinvolti anche il fisiatra e lo psicologo clinico.

E’ utile ricordare che sia al Mandic che al Manzoni sono utilizzate tutte le tecniche e le metodiche chirurgiche più innovative: “ad esempio – ricorda la Responsabile della Breast Unit – la ricerca del linfonodo sentinella con esame dello stesso intraoperatoriamente. Questo permette di procedere durante l’intervento ad asportazione dei linfonodi del cavo ascellare, qualora si riscontrasse la presenza di metastasi a carico del linfonodo stesso, risparmiando alla paziente un secondo intervento, fonte di notevole stress”.

Decisiva è poi , anche “ la presenza in Azienda Ospedaliera di un chirurgo plastico – continua la specialista – in grado di effettuare tutte le tipologie di ricostruzione mammaria. Ciò ci consente di offrire alla donna non solo un intervento ricostruttivo contemporaneamente alla demolizione, ma soprattutto un intervento personalizzato”.

Per le pazienti è particolarmente significativo sapere di poter contare , sottolinea Carla Magni , “su un team multidisciplinare che le aiuta a prendere decisioni mediche informate e consapevoli ; su un unico punto di riferimento per affrontare l’iter della malattia con serenità e per abbattere i molti ostacoli di tipo psicologico”.

Numerosi sono i nuovi casi di cancro alla mammella trattati ogni anno dagli specialisti dell’Azienda Ospedaliera di Lecco: oltre 300. “La competenza, la professionalità e l’esperienza – specifica Magni – ci collocano, quindi, al livello dei più importanti centri della Lombardia, dove la maggior parte degli ospedali tratta annualmente tra 50 e 150 nuovi casi ”.

Ogni anno, nel mondo, vengono diagnosticati più di un milione di nuovi casi di carcinoma della mammella e 400.000 donne muoiono per questa malattia. Si tratta della patologia tumorale di gran lunga più frequente nelle donne dei Paesi Occidentali e dell’Unione Europea ed è tuttora la prima causa di morte tra i tumori femminili.

In Italia sono 40.000 i nuovi casi di tumore della mammella trattati ogni anno , con 11.000 decessi. Attualmente le donne malate sono 450.000. In Lombardia i nuovi casi ogni anno sono 7.400 con 1.500 decessi; 90.000 le donne attualmente malate

L’incidenza del tumore della mammella in Lombardia è di 109 casi ogni 100.000 abitanti (la media nazionale è di 93 casi ogni 100.000).

In Provincia di Lecco negli ultimi tempi si sono registrati circa 350 nuovi casi all’anno: di questi l’80% viene trattato presso gli ospedali di Lecco e di Merate .

In circa il 25% dei casi si effettuano interventi demolitivi; alle donne al di sotto dei 70 anni viene proposto l’intervento ricostruttivo immediato, cioè contemporaneamente all’intervento di mastectomia. Nel 75% dei casi si effettuano interventi conservativi, che non richiedono cioè l’asportazione di tutta la mammella (quadrantectomia).