Diagnosi prenatale, al Manzoni offerto lo screening combinato

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LECCO – Anche al Manzoni di Lecco è attivo per le donne in gravidanza il percorso di diagnostica prenatale, ulteriore tassello all’interno della già ampia offerta del Dipartimento Materno Infantile dell’ASST di Lecco. Più che una novità una “rivisitazione con aggiunte importanti” come ha dichiarato la direttrice sanitaria dell’ASST di Lecco Flavia Pirola durante la conferenza stampa di presentazione del progetto venerdì mattina in ospedale, con la quale il presidio lecchese si mette al pari con le linee guida LEA 2017 (livelli essenziali di assistenza).

Da sinistra: Flavia Pirola, direttrice sanitaria ASST Lecco, Antonio Pellegrino, direttore Ostetricia e Ginecologia e Elisa Pozzi, ginecologa

 

In pratica le donne in gravidanza nel corso del primo trimestre potranno sottoporsi allo screening combinato duo-test e translucenza nucale per il ricalcolo di anomalie cromosomiche fetali. Il test, prevede tre momenti: il colloquio, il test biochimico e il test ecografico. Le pazienti verranno dunque seguite a 360 gradi da un’equipe multidisciplinare del Dipartimento Materno Infantile: “Capita spesso che le coppie siano spaesate dopo il primo step della diagnosi prenatale – ha affermato il dottor Antonio Pellegrino, direttore Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Manzoni – ora invece vengono guidate in un percorso che prevede assistenza a diversi livelli”.

Un percorso “strutturato che porti a una scelta consapevole”, come ha illustrato la dottoressa Elisa Pozzi, ginecologa, suddiviso in diversi step: “Offriamo la possibilità innanzitutto di fare un colloquio di gruppo per avere informazioni sulla diagnostica prenatale, telefonando due giorni alla settimana, il martedì e il venerdì dalle 11 alle 13. Chi decidesse di intraprendere il percorso effettuerà il prelievo di sangue materno per il test biochimico, lo step successivo è l’ecografia con translucenza nucale. Il test combinato consente di individuare anomalie cromosomiche, nello specifico la Trisomia 21 (sindrome di Down, ndr), la 13 e la 18 (incompatibili con la vita). Una volta effettuato fornisce un rischio di anomalie cromosomiche e in base al grado alle donne viene offerto un programma di counseling e di assistenza specifico. Se il rischio dovesse essere alto c’è la possibilità di effettuare un ulteriore colloquio personalizzato con la possibilità di accedere a test diagnostici invasivi quali amniocentesi”.

L’affidabilità di questo test, scientificamente validato – ha aggiunto la dottoressa Pozzi, affiancata nel progetto dalle dottoresse Cristina Plevani e Antonella Maria Campagna – si aggira intorno al 93%, mentre i falsi positivi sono stati stimati al 5%“.

Rinaldo Zanini, Direttore Dipartimento Materno Infantile, e Marco Bernardi, direttore Chirurgia Pediatrica

 

“La medicina non è  una scienza certa – ha detto Rinaldo Zanini, direttore del Dipartimento Materno Infantile – il test che proponiamo è comunque probabilistico e non si decide leggendo il risultato, fornisce però la base per creare un’assistenza ad un percorso spesso non facile e che può portare anche alla scelta di interrompere una gravidanza”.

Il dottor Roberto Bellù

 

Presenti alla conferenza stampa anche il direttore della Terapia Intensiva Neonatale Roberto Bellù: “Il polo di Lecco è sempre più attrattivo: nel 2016 ci sono stati 460 ricoveri in patologia neonatale di cui il 25% (1 su 4) da Fuori Provincia. Il trend è in aumento e sempre più donne scelgono di venire a partorire nel nostro presidio ospedaliero che oggi è in grado di offrire qualsiasi servizio di salute in gravidanza”.

“Il progetto evidenzia come per noi il feto sia un paziente – ha aggiunto il dottor Marco Bernardi, Direttore di Chirurgia Pediatrica – e come si stia sempre di più andando verso la medicina materna fetale”.

Questo il numero dedicato per prenotare il colloquio prenatale: o341 253200