Dopo la nota del Prefetto, il sindaci lecchesi confermano i divieti di spostamenti in auto o mezzi per sport e moto
“Nessuno scontro istituzionale, abbiamo affermato solo quanto scritto nel Dpcm”
LECCO – Vista con gli occhi del cittadino, la questione è un bel rompicapo: il Governo stabilisce la possibilità di fare attività motoria e sportiva anche lontano da casa, le Faq del Ministero aprono anche agli spostamenti in auto o con mezzi pubblici per raggiungere il luogo scelto per fare attività fisica, i Comuni nel lecchese invece lo vietano espressamente con le loro ordinanze imponendo di attività motoria e sportiva solo uscendo da casa appiedati o al più in bicicletta.
La Regione dal canto suo, seppur sollecitata dai primi cittadini del territorio, non fa chiarezza sull’argomento. Infine, martedì in serata, il Prefetto invia una circolare (leggi articolo) dove sostanzialmente si conferma la possibilità per i sindaci di emettere proprie ordinanze restrittive “nei limiti espressamente consentiti”, pena l’inefficacia dei provvedimenti comunali.
Restano valide quindi, vi chiederete, le decisioni dei Comuni? “Sì” è la risposta dei primi cittadini che hanno deciso di pubblicare una comunicazione per fare chiarezza.
“Lo stabilisce il Dpcm”
“Dopo aver analizzato minuziosamente l’ultimo DPCM è chiaro, almeno a noi Sindaci lecchesi, che i motivi per cui è ammesso lo spostamento sono tassativi e sono: necessità, salute, lavoro, visita ai congiunti. Il medesimo DPCM consente l’attività motoria non limitandone più lo svolgimento nei pressi della propria abitazione. Leggendo in modo coordinato i due paragrafi, lo spostamento, inteso in auto o con altro mezzo equivalente, per raggiungere un altro luogo per svolgere attività motoria non è ricompreso”.
Per i sindaci, il provvedimento del Governo non prevede l’uso dell’auto o mezzi pubblici per motivazioni legate all’attività motoria e sportiva. Di fatto, quindi per i primi cittadini, le loro ordinanze restano nel solco di quanto già stabilito dal Governo e che invece altre interpretazioni arrivate da altri organi istituzionali avrebbero invece sdoganato.
I divieti restano
I divieti, istituiti soprattutto per evitare arrivi troppo ampi da altre province nelle località di lago e montagna, pertanto restano.
“Non si sta consumando uno scontro istituzionale o, per dirla semplicisticamente, un tutti contro tutti – vogliono precisare i sindaci – sono ormai due mesi che sindaci, Prefettura, ATS, Provincia e tutte le Istituzioni locali a vario titolo coinvolte in questa grave emergenza come sempre lavorano fianco a fianco, in stretto contatto e in sintonia, per garantire la salute di tutti i cittadini, così come costituzionalmente previsto”.