Il tema affrontato in commissione anche dopo le diverse segnalazioni di utenti in difficoltà
L’ing. Pilò: “Il sistema non è ancora perfetto, ma ci stiamo lavorando”
LECCO – Le modalità di accesso e di conferimento al nuovo centro di raccolta comunale al centro della commissione V che si è svolta giovedì sera. L’approfondimento, come spiegato dall’assessore all’Ambiente Renata Zuffi, raccoglie l’ultima sollecitazione presentata nel corso dell’ultimo consiglio comunale (leggi qui) ma anche le diverse segnalazioni da parte degli utenti che, dall’apertura del centro di raccolta, hanno avuto difficoltà ad entrare.
E’ stato l’ingegner Fabio Pilò di Silea a riassumere le modalità di accesso e conferimento alla discarica, trasferita da inizio dicembre da via Buozzi a Via Don Ticozzi. “La premessa doverosa è che queste modalità sono regolate da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) – ha spiegato – con pazienza, insieme al Comune di Lecco, stiamo applicando la normativa ambientale prevista al nuovo sistema di accessi, non solo nel Centro di Raccolta di Lecco ma anche nel resto della Provincia”.
Pilò è partito dalle basi: “Il requisito imprescindibile per accedere al centro di raccolta per il conferimento di rifiuti urbani è essere un’utenza Tari del Comune in cui ricade il centro, domestica o non domestica(commerciale o produttiva). Le utenze non domestiche in particolare devono rientrare all’interno di un elenco normato a livello nazionale nel quale sono contenute le tipologie di rifiuti che possono essere conferite e devono anche essere iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. Sempre la normativa – ha precisato Pilò – esclude le aziende edili e le attività agricole dal conferimento dei centri di raccolta”.

L’ingegnere ha quindi precisato le modalità di accesso per chiarire e superare le difficoltà segnalate da diversi utenti nelle ultime settimane. “Il cittadino privato può accedere al centro di raccolta con qualunque autovettura esibendo la propria tessera sanitaria (carta regionale dei servizi), infatti la telecamera non legge la targa nel caso degli utenti privati. Se l’accesso viene bloccato può essere dovuto ad un problema nella lettura del codice a barre oppure, come è capitato e ci è stato segnalato, succede nel caso di vetture ad alto ingombro, come van o pick up, per le quali il filtro della telecamera si attiva rilevandolo come mezzo aziendale. In questo caso il cittadino privato deve chiedere a Silea un Qr Code da esibire all’accesso, ma in ogni caso l’operatore è tenuto ad aprire a tutte le utenze domestiche”. Dunque, anche chi si presentasse in discarica con un’auto aziendale ad uso privato può entrare in discarica ma è probabile che l’accesso venga negato, per il motivo spiegato dall’ingegner Pilò. In questo caso l’operatore, sempre presente, provvederà ad aprire manualmente la sbarra, ma l’utente dovrà successivamente rivolgersi agli uffici di Silea per richiedere un Qr code specifico da utilizzare per i futuri accessi.
Il Qr Code invece è richiesto a tutte le utenze non domestiche (ditte): “La telecamera leggi targhe in questo caso entra in funzione, verifica si tratti effettivamente di un mezzo aziendale e a quel punto autorizza l’ingresso – ha detto Pilò – stiamo lavorando per fare sì che il Qr code di queste utenze sia unico per accedere a più servizi”. Al centro di raccolta si può anche accedere a piedi, a moto o in bici, come precisato.
Non poche le perplessità sollevate dai consiglieri comunali presenti alla seduta. “Sembra si voglia incentivare i cittadini ad abbandonare i rifiuti in giro – ha commentato il leghista Stefano Parolari – questo sistema è di una complessità senza senso”. Anche Marco Caterisano (FdI), che aveva sollevato il tema nel corso dell’ultimo consiglio comunale, è intervenuto: “Io stesso ho avuto problemi ad entrare nel centro di raccolta col mio van, intestato alla mia ditta ma che utilizzo anche privatamente, prendo atto delle spiegazioni ma credo ci sia non poca confusione negli stessi uffici di Silea. Avevo fatto richiesta del Qr code, come indicato, ma mi è stato negato e ho dovuto perdere mezza giornata per dimostrare che avevo diritto ad utilizzare il mio mezzo aziendale privatamente. Speriamo si possa semplificare la procedura di rilascio di questi accessi, per evitare agli utenti inutili difficoltà” ha detto.
L’ingegner Pilò ha concluso: “La norma che stiamo applicando parte da un principio che penso ci trovi tutti d’accordo: chi inquina paga. Le restrizioni che la norma pone relativamente all’ingresso ai centri di raccolta prova a fare si che sul cittadino non ricadano ulteriori costi. In Italia siamo stati i primi ad introdurre questo tipo di sistema di accesso, dobbiamo esserne orgogliosi, anche perché molte altre realtà iniziano a guardarci incuriositi. Mi rendo conto non sia ancora perfetto, ma ci stiamo lavorando e sarà sempre più efficiente”.

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