Un anno di Officina Badoni: un luogo di relazioni che ha ispirato una comunità

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Il primo bilancio di un esperienza di successo che va ben al di là dei numeri

“I luoghi senza relazioni sono solo muri: con Officina Badoni il mondo della Fondazione si è spalancato all’esperienza del territorio”

LECCO – L’Officina Badoni di corso Matteotti ha compiuto un anno e, inevitabilmente, è tempo di bilanci. E’ tuttavia semplice tirare le somme di un progetto unico se, come in questo caso, i risultati vanno al di là delle aspettative. Ma prima di parlare dei numeri, che sono solo una piccola parte, ancorché importante, è importante inquadrare il progetto innovativo che è stato capace di coinvolgere una comunità intera.

“Officina Badoni è prima di tutto un progetto di comunità allargata perciò è importante condividere alcune riflessioni – ha spiegato Paolo Dell’Oro, segretario generale della Fondazione Comunitaria del Lecchese -. La prima sfida ha riguardato il modello gestionale dell’immobile rigenerato di proprietà della Fondazione: abbiamo scelto una collocazione intermedia tra gestione interna e gestione esterna. E’ stata creata un’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) per la gestione del progetto ‘Officina Badoni 2030’ che coinvolge sette enti accompagnati da una rete di soggetti partner. La provocazione che abbiamo voluto lanciare a queste realtà è stato di mettere in campo un nuovo progetto  capace di raccogliere tutte le migliori sensibilità”.

Paolo Dell’Oro

Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione, non nasconde la sua soddisfazione per la riuscita di un progetto che ha richiesto impegno e, sulla carta, non era scontata: “Officina Badoni è anche Fondazione: è un progetto che viene collocato nella vita della Fondazione stessa. E proprio in questa esperienza la comunità assume per noi sempre più concretezza. Una comunità che ritroviamo sia dentro che fuori dall’Officina Badoni e che partecipa a un’esperienza che raccoglie molti protagonisti. Una comunità che si mette in gioco con la corresponsabilità di tutti. I luoghi senza relazioni sono solo muri: con Officina Badoni il mondo della Fondazione si è spalancato all’esperienza del territorio”.

Maria Grazia Nasazzi

Simone Buzzella, responsabile del progetto Officina Badoni 2030, è entrato nel concreto di questo primo anno: “Da una parte abbiamo affrontato una sfida gestionale, con i partner chiamati a costruire una visione condivisa di un luogo comune, dall’altra una sfida logistica, legata fortemente alla caratterizzazione di questo luogo. Offi Coffee (il bar situato al piano terra) e l’aula studio hanno contato una media giornaliera di 168 accessi, questo luogo però non è stato solo di accesso alla cittadinanza ma una scuola per tanti giovani che qui hanno trovato un luogo di formazione dove effettuare tirocini e Pcto (2.280 ore in un anno). Molto apprezzata anche l’aula corsi al 1° piano della struttura (8 percorsi formativi e 224 momenti di formazione ospitati). E poi c’è l’auditorium al 2° piano che in un anno ha ospitato 280 eventi ed è stato aperto per 48 week-end. Numeri che rivelano un grande lavoro di conoscenza e relazioni, oltre a mettere in campo le capacità dei membri dell’ATS”.

Nel pomeriggio di oggi, venerdì, questo primo anno di attività è stato presentato alla cittadinanza in un incontro che ha raggiunto il massimo di capienza della sala (130 posti) a testimonianza dell’interesse che sta suscitando il progetto. E, proprio per questo, è già fissata per il 3 dicembre una replica dell’incontro per tutte le persone rimaste in lista di attesa.

Simone Buzzella

L’attività della Fondazione

Accanto a tutto questo, poi, c’è l’attività della Fondazione Comunitaria del Lecchese che da gennaio 2024 a settembre 2025 ha potuto erogare risorse per 7.430.697 euro: soldi che derivando da risorse proprie della Fondazione, da risorse della Fondazione Cariplo e, per il 75%, dalle donazioni dei cittadini.

“Da gennaio 2025 al 13 novembre 2025 abbiamo raccolto 2.064 donazioni per una somma di 3.519.199 euro e vi assicuro che non sono poche – ha detto Dell’Oro -. Questo a testimonianza del riconoscimento di cui gode la Fondazione su tutto il territorio”.

L’incontro riservato alla stampa di stamattina è stata l’occasione anche per fare il punto sulla raccolta fondi destinata al Monastero della Bernaga distrutto esattamente un mese fa da un incendio: “In un solo mese abbiamo raccolto 291 donazioni per un totale di 121.095 euro a cui si aggiungono i 400.000 euro stanziati dal comune de La Valletta Brianza. Numeri che, ancora una volta, sottolineano la stima del territorio nei confronti della Fondazione”.

Maria Grazia Nasazzi e Paolo Dell’Oro

 

“Quando lo spazio genera comunità”

Il primo anno di Officina Badoni è stato anche l’occasione per la pubblicazione di un piccolo inaspettato libricino che ripercorre in profondità l’esperienza di Officina Badoni dal titolo “Quando lo spazio genera comunità – Officina Badoni” di Elena Granata.

“Elena Granata, urbanista, è una persona che sentiamo molto vicina per il legame di stima che la unisce alla Fondazione – ha raccontato Dell’Oro -. Lo scorso maggio è venuta a Lecco e ha visitato questi spazi, perciò ho pensato di chiederle di scrivere qualche riga da inserire nel rapporto annuale di Officina Badoni. Proprio da lei, invece, è venuta l’idea di scrivere una piccola pubblicazione che raccontasse in modo approfondito questa esperienza e non possiamo che ringraziarla per il risultato racchiuso in queste pagine”.